Di sepolture strane e bizzarre ce ne sono parecchie. Ma questa merita una menzione particolare: perché seppellire questo soldato romano con un pugnale ancora conficcato o anche solo posato sulla schiena? Non potevano toglierglielo prima di tumularlo? O c’è un motivo per cui quel pugnale è rimasto lì?
La strana sepoltura del soldato romano col pugnale nella schiena
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Gli archeologi hanno trovato questa strana sepoltura scavando una fortezza di 4.900 anni fa ad Almendralejo, nella Spagna sud-occidentale. L’ipotesi è che quell’uomo trovato in una fossa solitaria e poco profonda, scavata vicino a uno dei fossati difensivi, fosse un soldato romano. Ma la vera particolarità di questa sepoltura sta nel fatto che il corpo dell’uomo è posizionato a testa in giù, con tanto di pugnale romano (il “pugio”) conficcato o appoggiato sulla schiena.
Il pugnale appare straordinariamente ben conservato, fra l’altro ancora protetto dal fodero. L’arma risale alla fine del I secolo a.C. e si basa su pugnale antecedenti utilizzati nella Spagna preromana e con cui i legionari romani ebbero a che fare durante le battaglie qui combattute per tutto il II secolo a.C. Inizialmente questi pugnali erano usati come trofei di guerra, ma successivamente li copiarono e decorarono in stile romano, facendoli diventare i pugio che erano, di fatto, l’equipaggiamento standard per i soldati di Roma.
César M. Pérez, il direttore degli scavi, ha spiegato a El Pais che, probabilmente, lasciarono deliberatamente il pugnale nella sepoltura in modo da indicare la posizione sociale del defunto, nonché la sua appartenenza all’esercito.
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Si tratta comunque di una sepoltura atipica che suggerisce come il soldato possa aver ricevuto una sepoltura disonorevole. Chissà cosa aveva combinato? E come era morto? Questo anche perché nonostante lo scheletro fosse intatto, mancavano i piedi, probabilmente recisi. E non si sa se questo sia avvenuto dopo la morte o come parte di un atto rituale.
Inizialmente non si era neanche sicuri che fosse davvero un soldato. E se fosse stato un civile entrato in possesso del pugnale? Nel caso l’uomo fosse un soldato, ecco che probabilmente faceva parte della Legio VII Gemina, l’unica legione romana di stanza in Hispania durante l’Impero Romano. Fondata nel 74 d.C., la Legio VII Gemina aveva a Legio (l’attuale Leon) il suo quartier generale, proprio in Asturia.
A differenza di altre legioni romane, solitamente impegnate in campagne militari, questa aveva soprattutto compiti di scorta, sicurezza stradale e protezione della regione. Il che rende ancora più intricato il mistero di questa sepoltura. La perdita dei piedi potrebbe suggerire che l’uomo possa essere stato punito per codardia, forse per essere scappato da una battaglia o da uno scontro pericoloso. Per riuscire a ottenere ulteriori informazioni, i ricercatori stanno ora cercando di estrarre il DNA dai denti del soldato.
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Per quanto riguarda il sito di sepoltura, si tratta di un’installazione difensiva risalente a 4.900 anni fa, dunque precedente l’arrivo dei Romani. Questa fortezza dell’età del Rame, chiamata Cortijo Lobato, risale a circa il 3000 a.C. Arroccata su una collina alta 314 metri, ha una forma pentagonale ed è circondata da tre mura concentriche di pietra (ed è subito Wall Maria, Wall Rose e Wall Sina!).
Inoltre ha 25 bastioni e 3 fossati difensivi, ciascuno dei quali largo fino a quattro metri e profondo due. Dento la fortezza, poi, erano presenti punte di freccia, idoli di pietra, asce, utensili per macinare, ciotole, piatti e parti di telaio. Quindi una fortezza ben progettata e vissuta.
All’interno erano anche presenti prove di un incendio, soprattutto nelle zone chiave. Forse il tutto collegato a un assedio che causò la caduta della fortezza. Effettivamente Cortijo Lobato fu abbandonato nel 2450 a.C. circa. Il forte e la zona circostante rimasero abbandonati fino a quando, 2.700 anni dopo, i Romani non arrivarono ad occupare la zona e il forte.