Storia Che Passione
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Esistevano davvero i Giganti nell’Antichità?

Qualcuno si è chiesto cosa ci fosse di vero alla base del mito dei giganti. No, non i giganti di Attack on Titan, bensì ai diversi miti relativi ai giganti che circolano, in una forma o nell’altra, in diverse culture del mondo, anche distanti fra di loro. Spesso tali miti sono associati alla costruzione di siti molto grandi o di scheletri giganteschi ritrovati. Ma qual è la verità?

I giganti nella storia

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Partiamo dalla Bibbia ebraica: qui troviamo i Nephilim. Nella Genesi e nel Libro di Enoch, testo ebraico apocrifo, si parla di esseri di grande statura e di potenza notevole che un tempo camminavano sulla Terra. Anzi: questo libro sostiene che siano la progenie degli angeli, frutto dell’unione fra angeli e donne umane (Shadowhunters non si è inventato nulla. Che fine fecero? A quanto pare il Diluvio Universale spazzò via loro e la loro corruzione.

Dalla Mesopotamia, invece, arriva l’Epopea di Gilgamesh, lui stesso descritto come un gigante. E anche nel Mahabharata indù sono descritti esseri di proporzioni gigantesche, spesso intenti in battaglie cosmiche.

Nella mitologia greca troviamo i Titani, giganti primordiali che governavano la Terra prima degli dei dell’Olimpo. Sconfitti da questi ultimi durante la Titanomachia, ecco che la loro storia ricorda quella dei giganti della mitologia norrena, quei Jotnar che abitavano lo Jotunheim. Anche loro erano costantemente in conflitto con gli dei di Asgard, anche se alcuni di loro si allearono e sposarono anche alcuni degli dei.

I Celti parlano dei Fomori, antica razza di gigante acerrima nemica dei primi coloni irlandesi. Loro furono sconfitti dai Tuatha de Danann, gli dei praticamente degli irlandesi precristiani. E c’è chi sostiene che strutture megalitiche come Stonehenge o Newgrance possano essere state costruite con lo zampino dei giganti.

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Crediti foto: @Giovanni Lanfranco, Galleria Borghese

Capite quanto sia globale la diffusione di questi miti? Pure i nativi americani avevano storie di giganti. I Paiute, per esempio, parlano dei Si-Te-Cah, giganti dai capelli rossi che un tempo abitavano il Nevada e che, come in tutte queste storie, erano contrapposti ai nativi americani. E si dice che all’inizio del XX secolo, nella Lovelock Cave, furono scoperti dei resti scheletrici giganteschi. Resti che, però, misteriosamente scomparvero, pur essendo finiti, in teoria, sotto l’egida dello Smithsonian Museum (anche se il museo ha sempre negato l’esistenza di tali resti giganteschi).

Quando si parla di giganti, anche sui presunti ritrovamenti archeologici si dibatte parecchio. Durante tutto il XIX e XX secolo ci sono resoconti di resti scheletrici giganteschi trovati in tutte le parti del mondo. Molti di questi ritrovamenti e resoconti sono stati screditati, di altri si sono perse le tracce e nessuno sa come o perché.

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Crediti foto: @British Museum (Claire H./ CC BY-SA 2.0 )

Molto probabilmente tali resti appartenevano ad animali o fossili antichi che, per un errore di valutazione, attribuirono a misteriosi esseri giganti. E ancora: edifici e opere enormi, come gli enormi blocchi di pietra scoperti nell’antica città di Baalbek, nel Libano, probabilmente sono il frutto dell’abilità artigianale dell’epoca e non di giganti enigmatici e scomparsi chissà dove.

C’è anche chi sostiene che gli attributi tipici di questi giganti (dimensioni, aggressività, portatori di caos e forze primordiali), potevano essere frutto di tradizioni orali volte a cercare di spiegare alcuni fenomeni naturali difficili da comprendere. D’accordo, tutto molto sensato, ma qualche dubbio permane: perché le tradizioni e i miti relativi a questi giganti hanno così tante somiglianza fra culture distanti non solo geograficamente, ma anche temporalmente parlando?