La colonizzazione europea in età moderna non fu solamente rivolta verso le Americhe, l’Africa e il sud-est asiatico. Spesso si tende a dimenticare come una grossa porzione di terra (ghiacciata) come la Siberia abbia conosciuto allo stesso modo l’esperienza colonizzatrice. L’incontro di interessi aristocratici e volontà individuali permise la realizzazione dell’impresa di Ermak Timofeevič.
Ma chi era Ermak Timofeevič? L’uomo protagonista di questo racconto, al momento in cui esso si svolge, era un atamano cosacco, ovvero un capo militare. Sotto il suo comando non vi erano altro che truppe mercenarie, tra l’altro ricercate dall’autorità zarista durante la seconda metà del XVI secolo. Gli uomini di Ermak si erano fatti un nome tutt’altro che lusinghiero nelle regioni antistanti il Don, per via delle loro continue scorribande.
Nel frattempo una famiglia russa di boiardi, gli Stroganov, ottiene una prima forma di autorizzazione per l’esplorazione (alias colonizzazione per interessi economici-commerciali) dei territori ad est degli Urali. Nel 1574, procedere verso l’oriente siberiano significava scontrarsi con indigeni locali per nulla ospitali e, più in generale, con il Khanato tataro di Sibir. Non era proprio un’impresa semplice.
Ed è qui che entra in gioco Ermak. Gli Stroganov, contravvenendo alla volontà dello zar Ivan IV – il quale non voleva che le spedizioni verso est fossero condotte da banditi – chiesero ed ottennero la partecipazione dell’atamano cosacco e dei suoi uomini (nell’ordine delle centinaia), tra i quali si deve riconoscere una notevole componente straniera, fatta di lituani, polacchi e tedeschi.
Tra il 1579 e il 1581 Ermak avanzò nel gelo siberiano, conquistando territorio dopo territorio con la classica strategia del raid disorganizzato ma efficace. La differenza la facevano le armi da fuoco e i cosacchi lo sapevano. Sebbene i soldati del khanato fossero in numero maggiore, nulla potevano con i loro archi e le loro spade di fronte a una schiera di archibugi. Ermak giunse anche a conquistare la capitale del khanato siberiano, ovvero Isker.
La conquista di Isker però fu il proverbiale canto del cigno. Nonostante i rinforzi (esigui) mandati dallo zar e la nomina di “Principe di Siberia“, Ermak vide ogni suo sogno crollare sotto la riscossa siberiana. Nel 1585 cadde vittima di un’imboscata nel suo accampamento. Tuttavia gli sforzi russi per accaparrarsi le fredde terre ad est avranno buon esito, anche se ci vorrà ancora un po’.