Un’improvvisa epidemia di Herpes che colpì Roma 2.000 anni fa, farebbe pensare alla non così tanto permessa pratica del Ius osculi. Con un bacio si poteva assaggiare la bocca della moglie e capire se questa era stata infedele: ma come funzionava?
Essere una matrona romana poteva essere immensamente difficile: immedesimatevi per qualche minuto. Al rientro del marito in casa questi poteva avvicinare la moglie e baciarla, non sicuramente con intenti romantici, ma per esercitare un suo diritto: lo Ius osculi. Era un istituto del diritto romano, una comune pratica di controllo patriarcale.
Il bacio diventava il mezzo attraverso cui assicurarsi che sulle labbra della propria moglie non vi fosse il tipico retrogusto tannico di vino. Il bacio poteva fugare o confutare i dubbi del marito. Quale dubbio vi chiedete? Beh, pensiamo ad esempio al tradimento.
Alle matrone romane era proibito bere vino, secondo una legge risalente al tempo di Romolo e di cui si ha notizia poiché riportata da Dionigi di Alicarnasso. Questo perché si era convinti che vi fosse una stretta correlazione tra l’abitudine di bere vino da parte delle donne e la propensione al tradimento delle mogli. Pertanto se il bacio sapeva di vino, allora il marito era stato tradito.
Cosa accadeva una volta appurata la colpevolezza? Si veniva ripudiate o nella maggior parte dei casi si era condannate alla morte per inedia, venendo chiuse e relegate in una stanza. Altri preferirono punire le proprie mogli picchiandole a morte, come fece Egnazio Mecennio al tempo di Romolo. Certo però, che per dichiarare rea di aver bevuto vino e quindi di aver sicuramente tradito il marito, non era cosa facile. Bisognava allora che anche il pater familias e altri uomini appartenenti alla famiglia verificassero il fiato della donna con un bacio.
E se poi scoppia un’epidemia di herpes non c’è da meravigliarsi; sarebbe una fastidiosa quanto possibile conseguenza del diritto al bacio. Tale pratica, rozza e patriarcale, sembrerebbe quasi un mito di un’epoca indefinita, antica e sfocata, ma non è così. Viene descritta da importanti storici quali Aulo Gellio e Tertulliano. Secondo un’altra tesi, sostenuta nel XIX secolo dallo studioso J. Jakob Bachofen, lo Ius osculi sarebbe niente meno che un ultimo residuo di una società matriarcale poi scomparsa.