Nel 79 d.C. quando eruttò il Vesuvio, decise di fare proprio sul serio. Oltre a modificare profondamente la morfologia dello stesso vulcano, distrusse le città di Pompei, Stabia, Oplontis ed Ercolano. Proprio Stabia, sul finire del I secolo a.C., era diventata un luogo di villeggiatura romano e qui emergono dagli scavi recenti importanti reperti.
Dal lavoro archeologico di quello che è un cantiere didattico emergono splendi pezzi di straordinaria fattura. Pitture e sculture dalla bellezza sopraffine e dalla tecnica splendida regalano gioie agli archeologi, o aspiranti tali, che lavorano al cantiere. In particolare è importante Villa San Marco, un grande complesso nel vecchio centro urbano.
Estesa per oltre 11 mila metri quadri, la villa apparteneva sicuramente ad una famiglia a dir poco agiata. Si trova infatti sopra il pianoro di Varano, che, come sopra accennato, corrisponde al vecchio centro cittadino. Proprio in tale villa dalle dimensioni gigantesche sono aperti diversi centri di scavo che offrono importanti e rosee prospettive.
Le stesse campagne di scavo, oltre che per scovare i reperti archeologici, servono per individuare l’effettiva estensione della villa. La più recente campagna risale al marzo di questo anno e sta portando incredibili frutti con reperti che emergono in abbondanza ed in ottime condizioni.
Una delle novità più importanti riguarda il portico della villa. Emerse dagli ultimi scavi infatti la parte finale del portico superiore che conteneva splendide pitture in loco integre e porzioni di pitture crollate dalle pareti o dal soffitto.
Altro elemento da sottolineare, come già accennato, è che si tratta di un cantiere didattico. Ovvero non solo lavorano archeologi esperti per riportare alla luce la nostra storia, ma nel contempo insegnano a dottorandi e a ricercatori più giovani la professione difficile e di certo delicata dell’archeologo. Auguriamo ogni fortuna e bene a quest’iniziativa, nella speranza che porti alla luce quanta più storia possibile.