Che la Bibbia non fosse opera del medesimo autore, è cosa ormai nota. Tuttavia da anni e anni si dibatte su chi abbia scritto realmente questo libro. Ebbene: secondo la professoressa Elizabeth Polczer, studiosa biblica del Dipartimento di Religione della Villanova University, in Pennsylvania, ecco che la Bibbia potrebbe essere stata scritta da un numero variabile di scrittori. Anzi: minimo da 40 autori diversi. Di più, ma non di meno.
La Bibbia scritta a 80 mani?

Secondo la docente, ciascun libro della Bibbia dovrebbe essere trattato singolarmente per stabilire chi ne sia l’autore. Ma capire chi fossero tutti questi scrittori è un processo alquanto complicato. Anche tralasciando l’annosa e divisiva questione se tali autori furono o meno divinamente ispirati, diciamo così.
Considerate che l’Antico e il Nuovo Testamento, insieme, sono formati da 783,137 parole, suddivise in 66 libri diversi. Se ci pensiamo bene, la Bibbia non è affatto un libro omogeneo. Si tratta di una raccolta di vari scritti, con alcune delle sezioni più antiche che risalgono a circa 3.500 anni fa.
Le due parti principali sono l’Antico e il Nuovo Testamento. Il primo fu scritto nell’arco di circa nove secoli, partendo intorno al 1200 a.C. e finendo intorno al I secolo a.C. Tuttavia è possibile che qualcuno modificò i libri nella forma che conosciamo attualmente intorno al VI e V secolo a.C.
Per contro, il Nuovo Testamento risale a un arco temporale molto più breve, cioè quello della seconda metà del I secolo d.C. In alcuni casi è possibile identificare con certezza gli autori di particolari libri biblici, mentre in altri casi si naviga nella nebbia dell’incertezza.

Per esempio, gli studiosi concordano sul fatto che le Paolo di Tarso scrisse la Lettera ai Romani, mentre l’Apocalisse sarebbe di Giovanni di Patmos. Tradizionalmente, poi, si pensa che la Genesi e l’Esodo siano opera di Mosè, ma attualmente l’ipotesi è che furono le penne di diversi autori a scriverli nel corso dei secoli.
Dubbi anche sui Vangeli. Certo, di solito li si attribuisce a Matteo, Marco, Luca e Giovanni, ma, tecnicamente parlando, gli autori sono anonimi. Furono i Padri della Chiesa ad attribuirli in fasi precoci del Cristianesimo ai quattro evangelisti, ma è difficile capire se tale attribuzione sia vera o falsa. Dire che i Vangeli di Matteo e Giovanni appartengono a loro è facile e comodo, in quanto erano discepoli diretti di Gesù. Ma i fatti storici sembrano smentire tali attribuzioni.

Anche assegnazioni di libri a personaggi noti come Salomone (vedi il Cantico dei Cantici) e Paolo l’Apostolo (vedi la Prima lettera a Timoteo) appaiono alquanto discutibili. E pensiamo ai Salmi: tradizionalmente sono attribuiti a Re Davide. Il che ci sta: probabilmente Davide scrisse veramente qualche Salmo. Ma altri presumibilmente furono opera di altri autori e solo in seguito li raccolsero tutti insieme, attribuendoli però all’autore più famoso del gruppo.
A creare difficoltà ci si mette anche la lingua. Originariamente la Bibbia era scritta in ebraico, aramaico e greco. In inglese la tradussero solamente nel XIV secolo (la Bibbia di Wycliffe), basandosi sulla Vulgata, una versione latina della fine del IV secolo. Per la prima traduzione inglese da testi originali ebraici e greci bisogna attendere il 1526 e William Tyndale. Fra l’altro quest’ultima versione era incompleta visto che, almeno inizialmente, mancava l’Antico Testamento.