Un recente studio pubblicato sulla rivista Nature ha sostenuto come gli abitanti dell’Isola di Pasqua, dal punto di vista del DNA, potrebbero avere avuto contatti con i nativi americani. Questa ricerca sostiene anche che la remota isola di Rapa Nui non avrebbe mai subito un “crollo demografico autoinflitto” come si è sempre pensato finora.
La verità dietro al crollo demografico dell’Isola di Pasqua
Da tempo i ricercatori cercano di capire quale sia la causa dietro al crollo demografico della popolazione dell’isola polinesiana. Fra le tesi sostenute abbiamo:
- deforestazione
- sfruttamento eccessivo delle risorse locali
- guerre intestine
Tuttavia adesso, dopo aver studiato il genoma di 15 abitanti dell’isola, i ricercatori ritengono che non ci sia mai stato un rapido calo della popolazione. Il team di ricercatori ha ottenuto il via libera dei rappresentati della comunità di Rapa Nui per studiare i resti umani presenti in un museo francese.
I corpi erano stati portati via dall’isola durante la fase di colonizzazione europea avvenuta fra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo. Il DNA prelevato da questi individui ha dimostrato come non ci fosse nessun “collo di bottiglia genetico” che avrebbe potuto causare il crollo della popolazione nl XVII secolo.
Il test del DNA, invece, ha dimostrato come la popolazione dell’isola “aumentò costantemente” fino al 1860 quando le incursioni degli schiavisti peruviani arrivarono sull’isola, decimando la popolazione.
Anna-Sapfo Malaspinas, ricercatrice e co-autrice dello studio, ha ribadito a Live Science che non hanno trovato nessuna prova a livello genetico di un collasso demografico. Questo perché quando ciò avviene, il livello della popolazione diminuisce e si perde diversità genetica.
Secondo alcuni ricercatori non coinvolti nello studio, i dati ottenuti hanno dimostrato come a Rapa Nui non ci siano mai state più di 3mila persone, un numero vicino a quello osservato dai primi colonizzatori e ben lontano dalla precedente stima di 15mila abitanti. Il che implicherebbe anche che il collasso demografico sempre ipotizzato era frutto di fantasia.
Ma l’analisi ha dimostrato anche altro. A quanto pare, esattamente come i Rapa Nui di oggi, anche quelli del passato avevano DNA di nativi americani nei propri geni. Questa mescolanza potrebbe aver avuto luogo fra il 1250 e il 1430 d.C. L’ipotesi è che i Rapa Nui potrebbero aver attraversato l’Oceano Pacifico e visitato le Americhe. Ma è anche possibile che siano stati i nativi americani a viaggiare fino a Rapa Nui. In effetti sono necessarie ulteriori analisi per stabilire come siano andate le cose.
Quello che si sa finora è che, nel 1250, il 90% del genoma dei Rapa Nui era di origine polinesiana. I geni dei nativi americani sono entrati in gioco intorno al 1300, anno più, anno meno. Questa è una data importante da tenere in considerazione visto che sappiamo che gli europei non arrivarono sull’isola prima del 1722. Quindi o i Rapa Nui hanno viaggiato verso est o i nativi americani sono andati verso ovest.
A proposito dell’Isola di Pasqua: solamente l’anno scorso era stato trovato un nuovo Moai.