Nel 1798, fallito il tentativo di esportare con la forza i valori rivoluzionari oltre Manica, un contingente navale inglese catturò un’imbarcazione francese nel nord irlandese. L’equipaggio, arresosi senza condizione, fu scortato nelle prigioni di Liverpool, in attesa di ulteriori decisioni in merito. All’interno dell’edificio però cominciarono a circolare delle voci, anzi, delle notizie riguardo un individuo dalle abitudini alimentari tanto sensazionali quanto orride: quell’uomo si chiamava Charles Domery.
Così un dottore accorse nella cella di Domery e constatò quanto ipotizzato fino ad allora. Il ragazzone di quasi due metri, snello e robusto, dai capelli castani e dagli occhi sbiaditi, mangiava qualunque cosa potesse capitargli a tiro. Letteralmente qualunque cosa. Tanto che nel giro di qualche giorno all’interno della cella fece d’un boccone all’incirca una ventina di topi, senza mai saziarsi. Allora il dottor Johnston lo interrogò, volendo scoprire la sua storia. Ne venne fuori qualcosa di davvero particolare.
Charles Domery nacque presumibilmente nel 1778, perché asseriva di averne 21 di anni all’epoca del racconto. Originario della Prussia, crebbe in una famiglia di grandissimi mangiatori. Compiuti i 16 anni ritenne giusto arruolarsi tra le fila dell’esercito prussiano per contrastare le mire della Grand Armée. Tutto molto bello, peccato che per le scarse razioni di cibo, decise di passare alla controparte, dove si diceva mangiassero decisamente meglio (ergo, di più). Il comando militare notò l’ingordigia del ragazzo e comunque lo spedì sulla nave con la quale si fece catturare nella battaglia di Tory Island, appunto 12 ottobre 1798.
Il dottore procedette con una prima diagnosi, stabilendo come effettivamente Domery fosse analfabeta, ma come non soffrisse di alcun disturbo mentale. Anche a livello fisico nulla sembrò destar sospetti. Certo, un’eccessiva sudorazione notturna seguita da lampanti attacchi di fame non è che fosse la normalità all’epoca (e neanche oggi), ma oltre questo, nient’altro. Ed ecco che venne l’idea: perché non spingere al limite il corpo nonché l’appetito di Domery? Si scelse un giorno prestabilito, il 7 settembre 1799, e con le giuste portate si tentò l’impossibile.
Lo stomaco germanico ingurgitò da mattina a sera la seguente quantità di cibo: quasi 2 kg di mammelle di mucca, 4.5 kg di manzo, un kg di candele di grasso bovino e, dulcis in fundo, 3 grandi bottiglie di birra. I medici rimasero di stucco nell’osservare la naturalezza con la quale Domery mandò giù la quantità sproporzionata di cibo senza fiatare e soprattutto come il corpo non diede segnali di cedimento. Non un rigurgito, non un accenno di mal di pancia.
Nell’anno trascorso in carcere Domery mangiò qualunque cosa: topi, medicine, avanzi, carcasse. Raccontò anche di aver assaggiato la carne umana durante la battaglia navale di Tory Island. I risultati dell’esperimento medico trovarono spazio editoriale nel The London Medical and Physical Journal. Cosa accadde dopo? Nessuno lo sa. Domery scomparve con la stessa velocità con la quale divorava i suoi pasti. Alcun medico riuscì ad analizzarne lo stomaco in una tanto sperata autopsia. Dopo più di 200 anni, l’assurdo appetito del ragazzone prussiano resta un mistero irrisolto.