Non era affatto semplice chiamarsi Francesco Sforza. Essere al centro dell’attenzione politica della penisola italiana durante gran parte del XV secolo, rappresentare per uno spezzone della vita un oggetto del desiderio per qualunque signore volenteroso di riportare vittorie militari, dividersi tra un numero indefinito di mogli e amanti. Eh no, chiamarsi Francesco Sforza era davvero troppo difficile.
Figlio illegittimo nato a San Miniato (tra Firenze e Siena), nel 1401 dalla relazione tra il padre Giacomo Attendolo – per gli amici Muzio Sforza – e la nobildonna Lucia Torsano. Il piccolo Francesco cresce a Ferrara, prima di doversi spostare alla corte napoletana, dalla quale riceverà il primo titolo, ovvero “Conte di Tricario”, in Lucania. Per questo motivo sarà anche soprannominato “conticello”.
Sforza jr. scala subito le gerarchie, conquistando le simpatie del padre. Nel medioevo, godere della simpatia del padre, a maggior ragione se condottiero, significava essere prediletto per scendere sul campo di battaglia. Bei tempi andati. Francesco si distingue come ottimo stratega e comandante, forse anche più brillante del padre. Perciò alla morte di quest’ultimo, il passaggio delle truppe è scontato.
I signori di tutta Italia iniziano a contenderselo, fino a quanto non giunge il duca di Milano nel 1425, Filippo Maria Visconti, a chiederne i servigi contro Firenze e Venezia. Lo Sforza ci vede lungo e accetta. Le sue ambizioni però sono ben note e spaventano (neanche poco) la signoria Visconti. Tra l’altro, sotto paga milanese, Francesco riporta la prima sconfitta a Genova nel 1427, ma la disfatta non è tale da macchiare l’onorevole nome dello Sforza. Seguono anni turbolenti, durante i quali i rapporti tra Filippo Maria e Francesco si lacerano. Risultato? Fine della collaborazione e allontanamento reciproco, ma non per molto…
Già, perché nel 1431 i veneziani si fanno sotto e il signore milanese, letteralmente disperato, chiama di nuovo il tanto odiato condottiero. Francesco Sforza sa di avere potere contrattuale e chiede, in cambio del suo servizio, la mano della figlia Bianca Maria Visconti. Assicurandosi così una pretesa al ducato. Ah, sì, in tutto questo marasma di lotte al potere e battaglie sanguinose, ci stiamo dimenticando come quel bell’omo che è Sforza si sia già sposato due volte e abbia intrattenuto relazioni “ballerine” con una trentina di donne. Mica male.
Nel 1441 Bianca Maria e Francesco si uniscono nel sacro vincolo del matrimonio. 6 anni dopo Filippo Maria si spegne. La candidatura dello Sforza è palese, ma non tutti i meneghini sono d’accordo. Francesco, che la prende sul personale, assedia Milano per 8 mesi fino a quando, nel marzo del 1450, la popolazione esausta lo acclama duca di Milano. Da conticello a duca il passo è breve, ma si sa, uomini forti, destini forti.