Dall’Egitto arrivano sempre grandi soddisfazioni. Qui gli archeologi, nel sito di Tell El-Faraeen, situato nel governatorato di Kafr El-Sheik, hanno riportato alla luce il primo e più grande osservatorio astronomico del VI secolo a.C. E tale osservatorio si trovava all’interno degli spazi del tempio di Buto.
Cosa sappiamo di questo osservatorio astronomico?
Prima di tutto, l’osservatorio astronomico in questione era formato da mattoni di fango. Si presenta come una struttura ampia, con sala centrale a forma di L e un grande muro di mattoni di fango che ricorda i classici ingressi degli antichi templi egiziani.
Inoltre qui i ricercatori hanno ritrovato anche una rarissima meridiana inclinata in pietra e i resti di un grande edificio. La scoperta è importante perché sottolinea, ancora una volta, le avanzate conoscenze astronomiche degli antichi egizi (erano imbattibili nello studio del movimento degli astri), così come ricordato anche da Mohamed Ismail Khaled, Segretario generale del Consiglio supremo delle antichità (SCA).
Il quale ha aggiunto, poi, che gli antichi egizi avevano anche una notevole capacità nel determinare il calendario solare, nonché date religiose e agricole significative e importanti anche per la loro vita quotidiana.
Come se non bastasse, poi, gli antichi egizi sfruttavano tecniche astronomiche sofisticate, sfruttando però strumenti alquanto semplici. Ayman Ashmawy, il responsabile del settore delle antichità, ha poi rivelato che dagli scavi sono emersi anche alcuni altri reperti importanti:
- una statua della XXVI dinastia;
- uno strumento di misurazione;
- diversi oggetti religiosi;
- ceramiche che erano probabilmente collegate sia all’uso nella vita quotidiana che a situazioni rituali e pratiche sacre;
Sempre in Egitto, poco tempo fa, è stato scoperto un ramo segreto, ma ora ormai estinto, del Nilo. Inoltre gli archeologi hanno scoperto che in un antico cimitero di animali egizio il popolo non seppelliva solamente cani e gatti, ma anche scimmie e vitelli.