Soffermandoci a riflettere sulla nostra alimentazione quotidiana troveremmo un sacco di alimenti con storie particolari e sconosciute. Oggi ve ne racconteremo una proprio con tali caratteristiche: la storia dei pomodori. Questi, come molti altri frutti e beni di vario genere, arrivarono dall’America, nel lontano XVI secolo e, all’inizio, sembravano velenosi.
Originari delle Ande, i pomodori di cinque secoli fa non assomigliavano per nulla a quelli che noi oggi siamo abituati a vedere nei banchi dei supermercati o dei venditori di frutta. Erano poco più che delle palline colorate, giallastre e molto più amare. Si trattava infatti di una piccola pianta selvatica, che ancora avrebbe dovuto affrontare un lungo processo evolutivo prima di arrivare a quello che noi siamo abituati a vedere nel reparto ortofrutta.
Ma nella vicenda dei pomodori c’è un piccolo mistero. Non sappiamo precisamente quando arrivarono nel Vecchio Continente. Se infatti oro, argento e altri beni furono etichettati e classificati scrupolosamente, per la misteriosa pianta non si può dire lo stesso. Probabilmente fu all’epoca di Hernan Cortes che si ebbero i primi frutti in Europa.
Altro grande protagonista della vicenda fu l’erborista italiano Pietro Andrae Matthioli, che definì i nuovi arrivati “Pomo d’oro“. Il nome originale era invece “tomatl“, che in Azteco voleva dire “frutto rotondo”. Ma ormai la nuova denominazione la faceva da padrona e spaventava molti perché ricordava le vicende bibliche della tentazione diabolica di Adamo ed Eva. La fama sfortunata dei pomodori cominciò subito.
Un altro particolare interessante riguarda una sfortunata coincidenza. Nel XVI secolo, la maggior parte delle persone benestanti mangiava in piatti di peltro, ad alta concentrazione di piombo. I pomodori, poggiati su tali stoviglie, raccoglievano alte percentuali del metallo e perciò molti, soprattutto bambini, morirono di avvelenamento da piombo. Ciò incrementò ancora di più la fama negativa del frutto americano.
Iniziata con il piede sbagliato, la strada dei pomodori si raddrizzò verso il XVIII secolo, quando iniziarono ad essere molto più diffusi ed utilizzati. Dopo altri 100 anni si aggiunsero a composti alimentari e ad altri specifici preparati. Adesso mangerete la pasta al sugo con una consapevolezza diversa e con più tranquillità dei vostri antenati.