Con l’espressione “Quinta Colonna” oggi si indica in senso dispregiativo, e per lo più riferito al contesto politico, una formazione che agisce in difformità rispetto alla maggioranza e che, così facendo, avvantaggia l’avversario. Sebbene queste due semplici parole si possano udire nei dibattiti politici che ogni giorno vanno in onda nelle trasmissioni di tutto il mondo, il loro accostamento e dunque la loro origine è da ricercarsi nell’ambito militare. Più precisamente nella guerra civile spagnola.
Le fonti sono concordi nell’indicare “chi” per primo coniò l’espressione. Al contrario differiscono sul “quando” e sul “perché”. Procediamo con ordine; certamente fu Emilio Mola Vidal ad avvalersi per la prima volta della formula “quinta colonna”, in castigliano “quinta columna“. Per chi non lo conoscesse, Mola fu un generale spagnolo fedele servitore di Francisco Franco. Comandante dell’Armata nazionalista del Nord e mente dell’insurrezione armata contro il Fronte Popolare al governo. Il generale morì nel giugno del 1937 a causa di un incidente aereo. La sua dipartita lasciò Franco come solo ed unico capo della causa nazionalista.
Ora passiamo ai punti più critici, inerenti il “quando” e il “perché”. Stando alla parte maggioritaria delle fonti (tra cui spicca la versione dello storico britannico Hugh Thomas) Mola pronunciò per la prima volta l’espressione “quinta colonna” durante un’intervista rilasciata ad alcuni giornalisti stranieri. L’Armata del Nord di Mola avanzava suddivisa in quattro formazioni, aventi come obiettivo finale la presa di Madrid. Al generale franchista fu chiesto quali fra le quattro colonne avrebbe anticipato le altre nell’entrare nella capitale spagnola. Mola rispose che l’onore sarebbe spettato alla quinta colonna ivi presente; un esplicito riferimento ai gruppi clandestini ultranazionalisti, filomonarchici e falangisti operativi in città.
Una minoranza delle fonti, ugualmente attendibili tuttavia, associa l’espressione ad un intervento radiofonico dello stesso Mola, avvenuto nell’ottobre del 1936. Su quel frangente di guerra, in cui Madrid era ancora in mano repubblicana, il generale si espresse nei seguenti termini: “Abbiamo quattro colonne che avanzano su Madrid. La quinta colonna si solleverà al momento giusto”. Il riferimento, come ben si capisce, è il medesimo.
Mola morì nel ’37, ma la sua locuzione gli è sopravvissuta, e di molto anche. Testate giornalistiche di tutte le entità e di tutti i paesi hanno utilizzato “quinta colonna” per definire una sorta di “nemico interno”. Gli anglofoni dicono spesso “fifth column”, mentre in Germania va forte “fünfte Kolonne”.
Nel gergo popolare, così come nelle arti letterarie, si riscontra lo stesso successo: tutt’altro che anonima è La quinta colonna di Ernest Hemingway (che guarda un po’, parla proprio delle vicende della Guerra civil). Si avvalgono del modo di dire anche Stanlio e Ollio ne Il nemico ci ascolta (titolo originale Air Raid Wardens), commedia del 1943.