La vicenda che stiamo per raccontarvi vi apparirà come una trama di un film d’azione leggendario. Incredibile ma vero, successe tutto, e sui cieli d’America. Dan Cooper, meglio conosciuto come D. B. Cooper, iscrisse il proprio nome in quell’albo non proprio ricco di onori che ricorda i maggiori criminali della storia. Facciamo un salto indietro nel 1971 e vediamo cosa accadde.
È il 24 novembre del 1971 e siamo all’aeroporto internazionale di Portland, nell’Oregon. Fra i tanti passeggeri di un Boeing 727 ce n’è uno molto particolare. Si identifica con il nome di Dan Cooper e porta con sé una valigetta. Fin qui nulla di strano (a parte la valigetta che di solito nasconde delle sorpresine non di poco conto). L’uomo passa i controlli e si imbarca tranquillamente sul suo volo.
Il Boeing 727-100 compiva una tratta di circa mezz’ora. Salito a bordo, Cooper si sedette nella zona posteriore del velivolo, al posto 18 C, ordinò Bourbon e soda e si accese una sigaretta. Un vero e proprio signore distinto, si sarebbe detto vedendolo. Dopo pochissimo tempo, chiunque pensò ciò, fu costretto a cambiare idea.
Subito dopo il decollo dell’aereo, avvenuto alle 14,50, D. B. Cooper estrasse tranquillamente un bigliettino dalla tasca. Di fianco a lui c’era Florence Schaffner, assistente di volo dello sfortunato evento. Questa sorrise quando Cooper glielo porse, con la sua camicia ed il suo ferma cravatta sembrava un solitario uomo d’affari che ci provava con una ragazza. Ma era l’esatto contrario, e Cooper glielo fece notare subito.
“Signorina, farebbe meglio a dare un’occhiata a quel biglietto. Ho una bomba” disse, laconico. E sul biglietto si leggeva: “Ho una bomba nella mia valigetta. La userò, se necessario. Voglio che si sieda accanto a me. State per essere dirottati“. Una freddezza inaudita, nelle parole pronunciate ed in quelle scritte. Ma efficaci. Chiese semplicemente 200.000 dollari e 4 paracaduti. Un dirottamento abbasta modesto per un riscatto altrettanto accettabile.
L’FBI e la polizia si impegnò a trovare tutti i soldi, ottenendoli dalle banche della zona di Seattle. Diecimila banconote da 20$, non tracciate. Ecco il bottino. Come da accordo, Cooper fece scendere, con la solita gentilezza, tutti i passeggeri ed ottenne in cambio la refurtiva. Ripartì insieme ai piloti e, da quel 24 novembre 1971, ormai 53 anni fa, non sappiamo più nulla di lui.