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barbieri dipinto acconciatura

Curiosità storiche: perché i barbieri non lavorano di lunedì?

Una storia di omicidi, gelosie e prostituzione. Tutto collegato al fatto che i barbieri italiani non lavorino di lunedì. Strano, molto strano, vi starete chiedendo cosa c’entrano tutte queste cose. Lo vedremo insieme in questo articolo di curiosità storiche facendo un salto indietro nel tempo di circa tre secoli.

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Siamo nella Firenze del ‘700. Più precisamente è il giugno del 1742 e, nei pressi di Via San Cristofano, vicino Santa Croce, qualcosa di sconvolgente terrorizza i passanti. C’è un cadavere sgozzato, brutalmente ucciso forse per il frutto amaro e marcio prodotto dalla gelosia. Il corpo è quello di Mariuccia, una nota prostituta della città.

Da lì a poco cominciano le indagini del caso da parte dei Birri, corpo di polizia dell’epoca. Nel XVIII secolo erano molto in voga i banchi dei pegni e proprio da qui cominciarono le loro indagini. L’intuizione si rivelò più che fondata perché in uno di questi ritrovarono una sottana particolare. Tutti la riconoscevano: era la sottana di Mariuccia!

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Il tragico e deplorevole gioco era già finito. Bastava risalire al nome di colui che impegnò l’oggetto intriso del sangue della prostituta. Questo nome era quello di Antonio di Vittorio Giani, un barbiere della Via Romana. Dalla fase preliminare all’arresto il passo fu molto breve e diretto. La libertà del giovane finiva in quel momento. La sua vita avrebbe seguito dopo qualche giorno.

Difatti, nel giro di poco tempo, arrivò la sentenza: condanna a morte. Per il giovane finiva così carriera, amori e vita. Il caso volle che il giorno decretato per l’esecuzione fosse proprio il lunedì. In quel giorno, come da consuetudine, la folla arrivò in piazza per assistere alla pena capitale. Ironia della sorte, un uomo che stava sempre con una lama poggiata sul collo della gente, se ne trovò una bella grossa sulla sua gola.

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Inutile specificare che anche tutti gli altri barbieri cittadini assisterono all’esecuzione. Consequenzialmente i loro saloni rimasero chiusi per il giorno nefasto della morte del loro collega. In circa trecento anni questa è divenuta una tradizione stratificata nella nostra cultura nazionale, rispettata largamente ancor oggi.