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CSI al lavoro: le indagini su un incendio domestico che ha ucciso una famiglia 6.000 anni fa

Il primo che nei commenti scriverà che la famiglia in questione è morta in un incendio causato da un’auto elettrica (teoria complottistica assai gettonata al momento sui social) verrà bannato a vita dal Sistema Solare. Dopo CSI, CSI New York e CSI Miami, potremmo parlare di un CSI archeologico. Questo perché quella che i ricercatori hanno portato avanti è una vera e propria indagine che ha permesso di scoprire cosa fosse successo a una famiglia morta 6.000 anni fa in un incendio domestico.

Come questo incendio domestico ha ucciso un’intera famiglia?

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Crediti foto: @Fuchs et al., 2024, PLOS One, CC-BY 4.0 (https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/)

Un nuovo studio ha rivelato, esaminando in stile CSI gli indizi disseminati sul campo, che alcune ossa umane ritrovate a Kosenivka, in Ucraina, appartenevano a una famiglia dell’età della Pietra morta a seguito di un incendio domestico. Quelle vittime mostravano gravi ferite alla testa. Una di loro morì un secolo dopo tutti gli altri.

Katharina Fuchs, antropologa biologica presso l’Università di Kiel in Germania e autrice principale dello studio pubblicato su PLOS One, ha spiegato che l’ipotesi principale è che ci sia una connessione fra l’incendio e le ferite mortali. Forse le persone sono state aggredite, uccise, i loro cadaveri abbandonati nella casa a cui poi venne dato fuoco.

La macabra scoperta della famiglia morta in incendio risale in realtà al 2004. Gli archeologi trovarono circa 100 pezzi di ossa umane in una casa preistorica a Kosenivka, un sito archeologico a 185 chilometri a sud di Kiev.

Insediamenti similari presenti in Romania, Moldavia e Ucraina, risalenti al 4800-3000 a.C., erano formati da case famigliari ed edifici pubblici. Inoltre era usanza bruciare gli edifici quando le persone abbandonavano la zona. Ma la storia della famiglia morta nell’incendio appariva decisamente diversa.

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Crediti foto: @Fuchs et al., 2024, PLOS One, CC-BY 4.0 (https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/)

Dalle ossa si evince che qui c’erano almeno sette persone: due bambini, un adolescente e quattro adulti. Quattro degli scheletri si trovavano dentro la casa distrutta ed erano bruciati, mentre altri tre si trovavano fuori dall’abitazione ed erano illesi. Due degli adulti mostravano i segni di un violento trauma, avvenuto poco prima della morte.

Per indagare su questo cold case preistorico, i ricercatori si sono avvalsi anche della datazione al radiocarbonio. Con loro grande sorpresa hanno scoperto che sei delle persone erano morte fra il 3690 e il 3620 a.C., mentre una settima, un adulto non bruciato, era morto circa 130 anni dopo l’incendio.

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Cosa si può dedurre da ciò? Che tre persone sono morte dentro la casa in fiamme. Le altre, invece, sono decedute a causa del fumo o dall’avvelenamento da monossido di carbonio, morendo appena scappati fuori dalla casa. Ok, tutto sensato, ma i colpi alla testa come si giustificano? Una lite domestica violenta, con accidentale incendio durante la colluttazione? Un’aggressione durante una razzia, sfociata in un incendio?

E il settimo corpo, morto 130 anni dopo? Probabilmente, in questo caso, qualcuno depositò parte del cranio di una settimana persona sulla casa ormai ricoperta di terra e detriti circa 130 anni dopo la tragedia. Forse si trattava di un rito particolare, ma nessuno può dirlo con certezza?