Cristiana di Svezia nacque a Stoccolma nel 1626, unica figlia sopravvissuta fino all’età adulta di Gustavo II e di sua moglie Maria Eleonora del Brandeburgo. Regina anticonformista e raffinata, amante della cultura, ebbe una vita alquanto singolare.
Nel 1630 la Svezia prese parte alla Guerra dei Trent’anni e suo padre partì alla volta dei campi di battaglia. Prima di lasciare la Svezia, egli predispose tutto per la successione nel caso fosse morto in guerra. Predispose infatti che la regina fosse educata come un principe e che fosse assistita da un Consiglio di reggenza fino alla maggiore età. Le previsioni di Gustavo si rivelarono veritiere: perse infatti la vita durante la battaglia di Lutzen, nel 1632. A soli 6 anni, dunque, Cristina divenne regina di Svezia.
Sin da subito mostrò doti eccezionali nello studio, come riconobbe il suo stesso precettore, nonché cancelliere e quindi reggente del regno, Axel Oxenstierna. Cristina imparò presto a parlare ben sette lingue e si appassionò soprattutto alle tematiche politiche, filosofiche e religiose. Il suo forte temperamento caratteriale, unito alla sua spiccata intelligenza, la portarono presto in conflitto con Oxestierna riguardo la gestione dello Stato.
Il suo amore smisurato per la cultura la spinse a collezionare numerosi volumi concernenti diversi ambiti dello scibile umano e a stringere amicizie con importanti filosofi del tempo, come, per dirne uno a caso, Blaise Pascal. Ma fu con Cartesio che la regina strinse il legame più stretto, tanto da invitarlo a trasferirsi a Stoccolma in qualità di suo precettore, cosa che avvenne nel 1649. Tuttavia, il duro freddo svedese e le lezioni impartite alle 5 di mattina nel gelido castello di Cristina non giovarono certo alla salute del filosofo francese, che infatti morì di polmonite poco tempo dopo, nel 1650.
La vita a corte non era facile per Cristina. La sua riluttanza per il matrimonio, cosa che rendeva complicata la successione, le sue ingenti spese e la promozione di numerose personalità non nobili la resero invisa all’aristocrazia svedese. A ciò si unì il suo crescente interesse per Roma e per il Cattolicesimo, in un paese tenacemente luterano. Tutto questo influì sulla sua decisione di abdicare nel 1654 in favore del cugino Carlo Gustavo, divenuto re col nome di Carlo X.
Cristina, dunque, si convertì al Cattolicesimo e lasciò la Svezia alla volta di Roma, dove fu accolta da Papa Alessandro VII con grandi onori. Prese residenza a Palazzo Farnese, dove organizzava incontri regolari di intellettuali e aristocratici romani. Cristina fondò inoltre l’Accademia Reale, divenuta in seguito Accademia dell’Arcadia, importantissimo circolo letterario dell’Italia del primo Settecento. Cristina di Svezia morì a Roma nel 1689.