Vi siete mai chiesti cosa volesse dire essere malati nella Versailles del 1600? Ecco per saperne di più potremmo indagare nella vita del Re Sole che in effetti non godette mai di buona salute. Malanni e cure pensate dai medici del tempo: ecco come poteva andare la degenza per un uomo che abitava nella Francia a cavallo tra XVII e XVIII secolo.

Della salute del giovane sovrano abbiamo notizia a partire dall’opuscolo Journal de la Santé du Roi Louis XIV. Sin da giovanissimo, siamo informati, la sua salute non sembrava potersi dire d’acciaio! Già nell’infanzia subiva salassi, purghe e clisteri. Verrà quindi spontaneo chiedersi come fece in effetti a sopravvivere così a lungo.
Luigi XIV sviluppò contrariamente a quanto pensato, una robusta costituzione che lo aiutò a sopravvivere ai continui malanni che lo colpirono sin dall’infanzia. A nove anni contrasse il vaiolo, per il quale si ricorse a innumerevoli salassi. Incredibilmente, sopravvisse. A quindici anni iniziò a manifestare diverse allergie, episodi di indigestione e vertigini, non mancarono cisti poi cresciute con il tempo.

Il trattamento per curare le due cisti tramutatesi in tumore corrispondeva a una mistura di uova di rana marinate nell’urina e la cauterizzazione delle parti interessate. Continuando sempre in età adolescenziale, contrasse la gonorrea. Il medico di corte per preservarne l’onore mentì sulla causa d’origine della malattia venerea e la attribuì ai numerosi esercizi di equitazione. Il trattamento quotidiano previsto per la gonorrea era di 10 bicchieri d’acqua, 6 clisteri, 3 salassi, 2 purghe e 10 frizioni con essenza di formiche sulla parte interessata.
A diciannove anni manifestò i sintomi di una febbre tifoide; sembrerebbe per via dell’ingerimento di acqua infetta. L’anno successivo fu il turno della scarlattina. Malattia curata con l’antimonio e vino miscelato con una tisana dalle forti proprietà lassative. Dopo qualche anno in cui la sua salute sembro migliorare, a venticinque anni finì con il contrarre il morbillo. Una lista fin troppo lunga ma che potrebbe continuare ancora, insomma si poteva quasi gridare al miracolo ogni volta che il re superava la notte.

A quarantasette anni ormai non aveva quasi più alcun dente, gli erano stati estratti senza anestesia, soffriva di bromidrosi di alitosi. I problemi relativi al suo pesante alito peggiorarono nel 1685 quando gli venne curato un ascesso. I disturbi crebbero con l’avanzare dell’età, e nel 1715 un dolore alla gamba si rivelerà essere una gangrena, per giunta fatale. Insomma a Versailles le cure per i malati, un re o un cortigiano, avrebbero sicuramente previsto qualche purga e salasso ma nessuna garanzia di sopravvivenza.