La scherma è uno sport ancora oggi diffuso e praticato anche a livello olimpionico, potremmo dire quindi che forse è al suo acme per quanto riguarda la notorietà. Senza scadere nelle noiose frasi già fatte, si può dire come la scherma di oggi non sia come quella di un tempo. Per comprendere davvero cosa significasse cimentarsi in questa pratica, dobbiamo tornare al Medioevo, quando gli schermidori se le davano di santa ragione, a volte uccidendo addirittura i propri avversari.
Soprattutto tra XIV e XVI secolo, tra Basso Medioevo e prima Età Moderna, i combattimenti di scherma erano eseguiti con spade molto vigorose e appuntite. Chiaramente vi era anche un forte rimedio a ciò: la robustezza delle armature. Queste annullavano – il più delle volte, ma non sempre – i colpi subiti come quelli inferti. Tutti tranne uno, il Mordhau.
Tale colpo si diffuse nella Germania dei secoli sopracitati, ed aveva fama di essere un colpo mortale. Ma di cosa si trattava nello specifico? Lo schermidore colpiva con il pomolo della spada il capo dell’avversario (protetto da elmo), impugnando l’arma per la lama. Ciò chiaramente non uccideva direttamente il contendente, ma aveva comunque un suo perché.
Si trattava solo del preludio alle azioni successive. Una volta stordito l’avversario si aveva infatti il tempo e la facilità per colpirlo nuovamente come meglio si credeva. Qualcosa di molto simile si diffuse in Italia, Francia ed Inghilterra: il colpo a mezza lama. Anche in questo caso si impugnava l’arma dal lato della lama e con la mano sinistra, cercando di colpire con la maggiore stabilità e precisione data da tale presa un punto debole dell’armatura avversaria.
Le armature protettive erano infatti molto più robuste in corrispondenza delle zone vitali, divenendo praticamente impenetrabili. Tali due tipi di colpi erano dei perfetti modi per aggirare tale problema ed avere la meglio nel combattimento. Addirittura il Mordhau era spiegato in un manuale medievale sull’arte della scherma di Hans Talhoffer, intitolato “Codex Icon. 394a“.
Infine merita una nota anche l’azza, un’erma che si diffuse dal XIV secolo in poi e che era pensata proprio per penetrare il fitto dell’armatura e colpire le parti vitali dell’avversario. Le pensavano proprio tutte i nostri antenati, l’importante era vincere, poco importava come.