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incisioni rupestri barche

Cosa ci fanno delle incisioni rupestri di barche e bovini nel deserto del Sudan?

Scoperte curiose e dove trovarle. Questa volta andiamo in Sudan. Qui una coppia di archeologi ha scoperto una strana serie di incisioni rupestri che mostrano barche, bovini e bestiame. Cosa c’è di curioso? Beh, che barche, bestiame e bovini hanno estremamente a che fare con l’acqua e queste incisioni sono saltate fuori nel bel mezzo del deserto del Sudan. Anzi: sono emerse da una delle parti più aride del deserto africano.

Incisioni rupestri con barche nel deserto?

incisioni rupestri barche
Crediti foto: @Supplied

La risposta è semplice: l’ambiente del Nord Africa è cambiato molto nel corso di 5.000 anni. Anche quello un tempo noto come Nubia, un’antica regione dell’odierno Sudan, molto vicino alla maggiormente nota storia dell’Egitto.

L’archeologo Julien Cooper è un archeologo della Macquarie University. Grazie ad alcuni precedenti incarichi a Yale e Oxford, ha iniziato la sua carriera lavorando in Egitto, ma più di recente è riuscito a spostarsi a sud lungo il Nilo per studiare i siti nubiani.

Proprio qui il suo team di ricerca ha fatto questa insolita scoperta. Cooper e il co-autore Dorian Vanhulle dell’Istituto di cultura mediterranea e orientale dell’Accademia polacca delle scienze hanno pubblicato i risultati ottenuti sul Journal of Egyptian Archaelogy.

Le incisioni in questione si trovano nel deserto di Atbai, a est di Wadi Halfa, una cittadina sulle rive del fiume Nilo. Cooper ha una risposta perfetta al quesito sul perché in mezzo al deserto ci siano delle raffigurazioni di barche.

In Sudan sono presenti molte tracce provenienti dal nord, dall’Egitto, dall’Impero Romano e dall’impero di Alessandro Magno. Quindi non c’è da stupirsi che l’arte rupestre nubiana raffiguri delle barche. Questo perché nel periodo fra il 4.000 e il 3.000 a.C. le imbarcazioni erano ben note alle popolazioni dell’epoca. E non c’è neanche da sorprendersi delle figure di bestiame visto che le comunità che si basavano proprio sul pascolo dei bovini vivevano lungo il Nilo.

Spiegazioni perfettamente logiche, ma perché queste incisioni si trovavano a più di 100 km nell’entroterra di Wadi Halfa? Fra le sabbie dorate del deserto orientale del Sudan, zona dove ogni anno cadono in media 0 mm di pioggia?

Effettivamente Cooper ha ammesso che in questo primo periodo preistorico non ci sono prove che egiziani o nubiani si spingessero così lontano nel deserto. Inoltre queste incisioni erano molto ben scolpite, in contrasto con il tipo di arte che di solito si vede nel deserto.

deserto
Crediti foto: @Supplied

Un dettaglio da non trascurare, però, è che può essere che in passato qui il clima fosse molto diverso, tale da sostenere anche l’allevamento bovino. Ricordiamoci che per fare ciò servono almeno 200-300 mm di pioggia in media all’anno. L’ipotesi più probabile è che il clima locale mutò sensibilmente a causa del monsone africano. E quest’ultimo era collegato alla fascia tropicale dell’Africa che prima del 3.000 a.C. si estendeva molto più a nord, fin quasi all’Egitto.

Il deserto che oggi separa Khartoum, la capitale del Sudan, e Wasi Halfa, dove si uniscono il Nilo Bianco e quello Azzurro, è molto diverso da quello simile alle praterie della savana che si trovavano comunemente in tutta l’Africa sub-sahariana 5.000 anni fa.

In quello che poteva essere un Sahara verde, essendoci più piogge, le culture nubiane potevano stabilirsi più all’interno rispetto a quanto consentano oggi le rive del Nilo. Ma il cambiamento climatico avvenuto all’epoca costrinse tutti a migrare, lasciandosi probabilmente dietro di sé solamente le incisioni rupestri con barche e bovini.