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Cosa centra l'astrofisico Gianluca Masi con Van Gogh? Una notte stellata sul Rodano

Cosa c’entra l’astrofisico Gianluca Masi con Van Gogh? Una notte stellata sul Rodano

Cosa hanno in comune un astronomo e un pittore? E se quel pittore non fosse che il malinconico Van Gogh e ciò che li unisse fosse una notte stellata sul Rodano, questo cosa suggerirebbe? L’analisi del dipinto, Notte stellata sul Rodano, 1888, olio su tela, 72,5 x 92 cm, conservato oggi nel museo d’Orsey, da parte del dott. Masi ha rivelato un particolare stupefacente.

Cosa centra l'astrofisico Gianluca Masi con Van Gogh? Una notte stellata sul Rodano

Il paesaggio notturno mostra un cielo colmo di stelle che si riflettono sulle acque del fiume e una coppia, che sembra avanzare lentamente. Ad illuminare la coltre di oscurità notturna, non vi sono solo le stelle ma anche le flebili luci delle cittadine dall’altra sponda del fiume. Sono Arles e Trinquetaille, riconoscibili grazie alle torri di Saint-Julien e Saint-Trophime.

Il dipinto suscitò la curiosità di molti per un suo particolare: la posizione delle stelle nel cielo. Ognuno ammira l’opera attraverso la propria soggettività, e se capita di essere un astronomo forse, uno degli elementi su cui ci si soffermerà di più saranno proprio le stelle. Probabilmente possedendo un certo tipo di conoscenze alcune domande risulteranno più tecniche di altre, o forse a cambiare non è la domanda ma la risposta.

Van Gogh, Notte stellata sul Rodano

Gianluca Masi e Antonella Basso osservando il dipinto rimasero colpiti da quella che a loro parve come una fedele rappresentazione della configurazione astrale. Ciò che loro videro nel quadro avrebbe potuto dirci qualcosa non solo sull’opra ma sul pittore stesso. In quanti conoscendo la straordinaria figura di Van Gogh assocerebbe aggettivi come: meticoloso, paziente, anziché malinconico, frettoloso, burbero, inscrutabile?

I due riuscirono a riconoscere nel dipinto l’esatta collocazione della costellazione dell’orsa maggiore. Quel cielo dipinto corrispondeva esattamente a un cielo tra il 20 e il 30 settembre del 1888, intorno alle ore 22.30. Un altro elemento suggerisce che l’osservazione del pittore potrebbe essersi interrotta a un certo punto, e ripresa successivamente. Il particolare in questione sarebbe una lieve deformazione nella costellazione del Grande Carro: dovuta al tempo di osservazione di Van Gogh e la rotazione terrestre. Nella tela sono riportate anche le sette stelle principali, ma queste appaiono spostate, alcune più di altre, rispetto la loro reale posizione. Anche questo particolare potrebbe essere dovuto al tempo di osservazione di circa 40 minuti, suggerendo forse anche l’ordine in cui furono apposte sulla tela.

Van Gogh, l'Orsa Maggiore

Notte stellata sul Rodano fu uno dei molti dipinti en plein air prodotti durante la permanenza ad Arles, molti dei quali rappresentavano proprio un notturno. Per determinare quando il maestro espressionista realizzò la tela si fa riferimento alla lettera del 28 settembre 1888 al fratello Theo, nel quale compare l’accenno al lavoro.