Così come molti altri ordini di uomini, laici e religiosi, anche la chiesa ha un suo complesso rituale che permea la vita dei suoi appartenenti e dei fedeli stessi. Il ricco simbolismo dell’istituzione ecclesiastica si vede in tutti i suoi ambiti, ma è a dir poco particolare il trattamento riservato ai preti degradati. Ecco la storia del processo di degradazione degli ecclesiastici.
Nonostante la sua istituzione ufficiale avvenne solo nel XIV secolo, come risposta alle crescenti eresie, il rito pare abbia origini molto antiche. Sembra che fu usato già nel lontano 897, con papa Stefano VI che lo mise in atto sul cadavere del suo predecessore. Ma perché si originò tale pratica?
Come già detto, un problema fondamentale era l’eresia. Inoltre la motivazione principe era quella di umiliare a tal punto un “degradato” da indurre i suoi omologhi a non fare assolutamente la stessa fine. Era insomma un’ottima arma deterrente.
Pare che il processo si ispirò a quello dei cavalieri. Questi, una volta condotto il colpevole in una chiesa, alla fine della recita di ogni salmo lo spogliavano di un pezzo della sua armatura e lo maledicevano per il suo disonore. Qualcosa di molto simile avveniva per i preti che avevano tradito la fiducia di Dio.
Il rito ecclesiastico prevedeva infatti l’accusa al reo di non meritare il “dolce giogo di Dio” e la conseguente spoliazione delle vesti, anch’esse fortemente simboliche. La veste bianca, simbolo di purezza, ed il cordone, simbolo di castità, non erano più adatte al vestiario del degradato. Inoltre veniva addirittura raschiata la pelle delle dita con cui era stato unto col sacro crisma. E no, non è finita. I capelli erano l’ultimo tassello. La tonsura non era più rappresentativa del prete accusato, avveniva dunque la rasatura completa.
Insomma sembra abbastanza chiaro. Non conveniva cadere in accuse di tradimento della chiesa. Il deterrente era molto forte e non tutti ci tenevano a subirlo, anche perché voleva dire tornare sotto la giurisdizione dello stato. Possiamo dire che ai preti nelle epoche antiche conveniva fare i bravi e probabilmente lo capirono anche loro.