Questa scoperta arriva dalla Francia. Qui gli archeologi hanno trovato decine di tombe di epoca romana di uomini sepolti insieme a delle particolari “tavolette di maledizioni”. Una di questa tavolette era scritta in una lingua estinta, mentre un’altra invocava il dio Marte per maledire e punire i propri nemici.
Maledire in nome di Marte (ma non solo)
Questo singolare cimitero si trovava al di sotto di un ospedale del XVIII secolo, nella città di Orleans, 120 km a sud di Parigi. Qui i ricercatori hanno trovato più di 60 sepolture, disposte in un’unica, lunga fila contro un muro. Il cimitero in questione va dalla fine del primo secolo all’inizio del terzo secolo ed è apparso subito alquanto atipico per l’epoca.
In primo luogo, le sepolture erano disposte in fila. Poi non c’erano né bambini, né donne. Inoltre erano presenti tracce di bare di legno dipinte, ma nessun segno di cremazione. Il che potrebbe significare che quei morti appartenevano a un gruppo particolare, magari svolgevano tutti lo stesso lavoro. Questa almeno è l’ipotesi suggerita dall’Orleans Archaelogy Service che si è occupato degli scavi nel sito.
Ma la cosa più insolita è il ritrovamento di 21 tavolette di maledizione, sotto forma di piccole lastre di piombo arrotolate e recanti svariate iscrizioni. Queste tavolette in latino erano definite “defixiones” e servivano ai defunti per lanciare maledizioni contro i propri nemici. In pratica una maledizione o un desiderio erano scritti sulle tavolette. Queste erano poi infilzate con un chiodo e piantate nel terreno, di solito in una tomba o in un pozzo. L’idea alla base era quella che tali tavolette permettessero di parlare con gli dei.
Gli esperti finora sono riusciti a studiare nel dettaglio solo una delle tavolette e hanno scoperto che conteneva un’iscrizione in gallico, una lingua celtica estinta. L’uomo nella tomba F2199 era stato sepolto con una tavoletta di maledizione fra le gambe, accanto a un vaso frantumato e diverse monete. Traducendo l’iscrizione corsiva latina e le parole galliche, ecco che è saltato fuori come la tavola fosse dedicata a “Marte Rigisamu”, che in gallico sarebbe “Marte il Reale”, il dio romano della guerra.
Nell’iscrizione sono presenti i nomi di diverse persone, sia in latino che in gallico: erano loro le vittime predestinate di questa maledizione, punite per le loro azioni ingiuste (o comunque considerate tali dal mandante della maledizione).
Il fatto è che il gallico era una lingua usata ancora secoli dopo la conquista romana della zona, ma difficilmente era messo per iscritto. Per questo motivo queste tavolette sono così importanti.