Vi siete mai chiesti come facessero gli antichi samurai a eseguire il Seppuku? Ma soprattutto: sapete cosa sia il Seppuku? Chi gioca a Elden Ring lo conosce bene, ma brevemente si tratta di un tipo di morte rituale in cui un compagno samurai ne decapitava un altro. Ebbene: adesso sappiamo qualcosa di più in merito a queste pratiche in quanto quattro antichi testi sono stati tradotti in inglese per la prima volta.
Attenzione: questo articolo contiene dettagli storici forti, non adatti agli stomaci più sensibili. Non proseguite oltre se non volete leggere dettagli cruenti.
Come avveniva davvero il Seppuku fra i samurai?
Nell’immaginario collettivo (e pure in Elden Ring) per quanto riguarda il Seppuku vediamo il samurai pugnalarsi da solo allo stomaco, togliendosi così la vita. Ma a quanto pare questo accadeva raramente durante il periodo Edo (fra il 1603 e il 1868).
Il primo dei quattro testi tradotti, intitolato “I segreti interiori del Seppuku”, risale al XVII secolo. Mizushima Yukinari, un samurai vissuto fra il 1607 e il 1697, quando lo shogun governava effettivamente il Giappone, spiega nel testo che quel documento conteneva insegnamenti segreti che, per tradizione, di solito erano insegnati solo verbalmente. Tuttavia in questo caso erano stati registrati in forma scritta in modo che tali lezioni non fossero dimenticate e che i futuri samurai potessero essere perparati.
A tradurre i testi ci ha pensato Eric Shahan, specializzato in libri che parlano di arti marziali. Shahan ci spiega che nel testo era presente la parola “kaishaku” che, tradotta, diventa “secondo”. Si trattava di una persona incaricata non solo di assistere durante la cerimonia, ma che spesso eseguiva la decapitazione. E i quattro testi in questione erano stati redatti proprio allo scopo di fornire istruzioni a questi kaishaku.
Secondo i testi, la cerimonia variava a seconda del rango del samurai e del crimine di cui era ritenuto colpevole (se tale crimine era presente). Fra le indicazioni fornite nel testo figurano:
- il kaishaku doveva guardare gli occhi e i piedi di chi commetteva Seppuku. Se non ne era in grado a causa di un legame personale col condannato, ecco che voleva dire che questo kaishaku aveva perso il suo onore marziale, attirando su di sé eterna vergogna
- molte varianti della cerimonia prevedevano di dare del sakè al condannato prima che il coltello fosse portato su un piatto
- in teoria il condannato avrebbe potuto suicidarsi conficcando da sé il coltello nell’addome, ma più spesso era il kaishaku che ne tagliava la testa. Questo forse anche perché il periodo Edo fu un tempo di relativa pace in Giappone e i samurai non erano sempre abili con coltelli e pugnali come erano stati in passato. In precedenza, quando un samurai praticava il Seppuku, ecco che lo faceva in un modo elaborato, che prevedeva di “tagliare l’addome da sinistra a destra, poi estrarre il coltello, riposizionarlo sopra il plesso solare e poi tagliare dritto verso il basso per formare una croce. A questo punto bisogna estrarre il coltello e appoggiarlo sul ginocchio destro”. A dirlo non siamo noi, bensì Shahan. Solo che durante il periodo Edo i samurai non avevano l’abilità sufficiente per una simile manovra, dunque ecco spiegato il perché della decapitazione
- in caso di Seppuku di persone di alto rango, ecco che i capelli della testa decapitata dovevano essere successivamente profumati e avvolti in un panno quadrato bianco prima di essere riposti in una scatola
- i samurai di basso rango o quelli colpevoli di crimini più gravi, invece, ricevevano lo yondan, il trattamento di livello più basso che consisteva nel legare il condannato e fargli tagliare la testa prima di gettarlo in una buca
Se siete interessati alla storia del Seppuku, ne avevamo parlato in maniera approfondita qui. Per curiosità, vi ricordiamo che la persona di rango più alto ad aver mai commesso il Seppuku fu il celebre Oda Nobunaga. Oda era un Daimyo, cioè un signore di un dominio governato da un samurai. Era quasi riuscito a unificare il Giappone (eliminando i suoi avversari), quando il suo servitore Akechi Mitsuhide lo tradì, aggredendolo al tempio Honnoji a Kyoto. Così Nobunaga optò per il Seppuku, anche se non è ben chiaro su come si svolse la cerimonia.