I dinosauri appartennero a questa terra per oltre 165 milioni di anni, comparendovi 230 milioni di anni fa. Era davvero una gran sfortuna non avere nemmeno un fossile italiano di dinosauro. Menomale che Ciro c’è allora, il primo fossile italiano di dinosauro ritrovato nel 1981 nell’area di Benevento.
Ora che avete le idee un po’ più chiare sul piccolino, ed anche sul perché si chiami così (vedasi dove fu ritrovato), proviamo a snocciolare qualche dato leggermente più scientifico. Siamo di fronte ad un “Scipionyx samniticus” di circa 50 cm che probabilmente morì mentre era ancora solo un cucciolo.
Ma oltre a questa triste caratteristica, Ciro è un esemplare con una peculiarità importantissima. Si tratta infatti di un fossile conservato in condizioni a dir poco straordinarie, addirittura gli studiosi lo considerano uno dei migliori in tal senso.
Si vedono chiaramente: la trachea, l’intestino, lo stomaco, l’esofago e addirittura il sangue del cucciolo di Scipionyx. Ma non è tutto, nel fossile si vedono chiaramente anche le strutture muscolari. Insomma Ciro morì da cucciolo ma conservò con la cura e la scrupolosità di un adulto tutto ciò che aveva dentro.
Proprio tutte queste caratteristiche particolari hanno fatto sì che dallo studio e dall’analisi scientifica si traessero numerose risposte. Vissuto nel periodo del piano Albiano, circa 113 milioni di anni fa, durante il Cretaceo, Ciro conserva da tutti questi anni un’importanza a dir poco straordinaria.
Ciò che sappiamo inoltre del piccolo grande Ciro è che era un predatore bipede e bilanciava il suo corpo grazie alla lunga coda. Forse era protetto da piume primitive e dure, ma di queste non vi è prova conservata e si trattava inoltre di un carnivoro. La tenera età di morte lascia ancora qualche dubbio. Intanto però diciamo un grosso grazie al dinosauro Ciro e a tutta la conoscenza che ci ha consentito.