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Chissà cosa dicono i graffiti della zona carceraria della Torre di Londra?

Se nella capitale inglese c’è un edificio polifunzionale, quello è la Torre di Londra. A seconda dell’occasione, la Torre è stata una fortezza, un palazzo, una prigione, la sede della Royal Mint (l’ente preposto al conio delle monete del Regno Unito) e museo, visto che ancora oggi ospita i gioielli della corona. Ma quello che ci interessa oggi è che, finalmente, i ricercatori sono riusciti a decifrare i graffiti presenti nella sezione carceraria della Torre di Londra.

Che storie ci raccontano i graffiti della Torre di Londra?

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Il dottor Jamie Ingram, a capo del progetto che studia proprio i graffiti della Torre di Londra, ha spiegato all’Observer che le indagini storiche parlavano solamente di 79 graffiti. Ma alla fine del suo studio ha scoperto che ce ne erano ben 354.

Lo studio è partito con l’analisi della Salt Tower, quella nell’angolo sud-orientale. La Salt Tower è parte di un muro di cinta costruito per volere di Enrico III nel 1230. In quest’ala carceraria si trovava Hew Draper, il famigerato locandiere di Bristol accusato di praticare la stregoneria. Incarcerato nel 1561, si narra che abbia scolpito una sfera astrologica corredata di segni zodiacali dopo aver distrutto i suoi libri di magia.

Tramite diverse tecnologie, Ingram e il suo team sono riusciti a capire cosa dicessero questi graffiti. Per esempio, una sezione di muro ospita i graffiti di tre persone diverse, con le date del 1571 e del 1576. La speranza è quella di riuscire a decifrare gran parte delle parole, anche se riuscire a tradurle tutte potrebbe essere un tantino ambizioso.

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Crediti foto: #Jamie Ingram/Historic Royal Palaces

Finora quello che i ricercatori hanno notato è che nei graffiti compare parecchio simbolismo religioso, soprattutto croci. E uno dei passaggi potrebbe essere il frutto della mano di una donna che parlava del marito e di un fiume. Secondo Ingram, non esistono registrazioni specifiche di prigioniere donne in quella torre. O meglio: sappiamo per certo che c’erano donne nella Torre, ma finora nessuno aveva trovato testimonianze primarie similari.

Il team di Ingram, dopo la Salt Tower, si dedicherà all’analisi della Byward Tower, nell’angolo sud-occidentale. E anche qui ci aspettano graffiti a dir poco spettacolari.

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Questo anche perché la storia della Torre di Londra è assai antica, inizia con la vittoria di William the Conqueror nel 1066, nella celebre Battaglia di Hastings. Proprio lui ordinò ai suoi nobili di costruire questa fortificazione corazzata, con tanto di fossato, caserma e torre di legno.

Inizialmente la Torre vera e propria si presentava come un edificio di forma quasi quadrata, ampia 32,6 x 36 metri, alta 27,5 metri e con mura spesse 4,5 metri alla base e 3 metri in cima.

Nel XVI secolo la Torre smise di essere una residenza reale. Enrico VII la abbandonò a favore di altri edifici e la Torre divenne una prigione. Non che non lo fosse stata nei due secoli precedenti, solo che prima qui erano detenuti solamente prigionieri politivi, fra cui Giovanni il Buono, il re di Francia catturato nel 1356 durante la Battaglia di Poitiers e Carlo, il duca di Orleans fatto prigioniero ad Agincourt nel 1415.

E sempre qui furono rinchiusi i Principi della Torre, Edoardo V e il fratello Riccardo, duca di York, fra l’altro misteriosamente “scomparsi” nel nulla. Ricordiamo anche che Enrico VIII si diede molto da fare per imprigionare qui i suoi nemici, da Thomas More alla stessa Anna Bolena.

E ancora: qui fu imprigionata Lady Jane Grey, la Regina per nove giorni (tanto durò il suo regno fino a quando tutti, incluso il suo stesso consiglio, non le preferirono Mary, la figlia di Enrico VIII e Caterina d’Aragona). A sua difesa va detto che fu il cugino Edoardo VI, il precedente re, a cercare di modificare la linea di successione a favore di Lady Jane Grey. Ma con esiti infausti per la diciassettenne.