Simbolo indiscusso della Guerra Fredda, il Checkpoint Charlie di Berlino venne istituito nell’agosto del 1961, in seguito alla costruzione del famigerato muro. Altro non fu che un posto di blocco che permise il transito delle forze alleate, del personale militare sovietico di collegamento, ma anche di diplomatici e visitatori stranieri.
Lo snodo, col tempo divenuto iconico – a tal punto da essere scelto come scenario per molteplici film di matrice spy-action – era situato sulla Friedrichstraße, all’altezza dell’incrocio con Zimmerstraße. Importante ribadire come Checkpoint Charlie rappresentasse il punto di congiunzione tra il quartiere ad amministrazione statunitense di Kreuzberg e quello sovietico di Mitte. Si spiega così l’ostilità che infuocò tra carri armati T-34 (facenti capo a Mosca) e M48/60 Patton (NATO) in quel lontano ottobre 1961, quando, nel bel mezzo della delicata crisi berlinese, si puntarono vicendevolmente i cannoni facendo temere a mezzo mondo lo scoppio di una terribile guerra.
Concentrandoci sul vero tema dell’articolo, chiediamoci il motivo di un nome simile: perché Checkpoint Charlie? Potrebbe sembrare banale porsi la domanda, in realtà si tratta di una curiosità con la quale tanti, almeno una volta nella vita, si trovano a dover fare i conti. La definizione derivava dal codice militare, più precisamente alfabeto fonetico NATO. Il punto di controllo C era il terzo di una serie di posti di blocco.
Esisteva dunque il Checkpoint Alpha, sul valico autostradale di Helmstedt (fra Germania Est e Germania Ovest). Allo stesso modo vi era Checkpoint Bravo nel valico di Dreilinden (tra la parte occidentale della capitale e i territori della DDR). Ciò che differenziava gli ultimi due punti citati dal Checkpoint Charlie era la centralità della sua posizione geografica. Alpha e Bravo presenziavano le autostrade attorno la capitale, Charlie era al centro di Berlino e dunque, in quegli anni così concitati, al centro del mondo.
Nonostante la continua sorveglianza, non mancarono tentativi di fuga dal settore orientale a quello occidentale. Pochi, anzi pochissimi, poterono raccontare la storia della loro impresa. Morirono in 137, secondo i dati del Centro di ricerca per la storia contemporanea, Zentrum für Zeithistorische Forschung, ZFF. Gli uomini della DDR avevano l’ordine di sparare a vista a chiunque tentasse l’illecito attraversamento.
Alla caduta del Berliner Mauer, i militari smantellarono parzialmente Checkpoint Charlie. In un secondo momento i tedeschi (finalmente riuniti) ricostruirono il posto di guardia americano. Ancora oggi quest’ultimo assolve alla funzione di memoriale e museo a cielo aperto. Se capitate da quelle parti, non perdete l’occasione di visitarlo.