Si chiamano Yvonne Drebert e Zach Melnick e per campare girano dei film documentaristici su flora e fauna acquatica. Non sono archeologi, non sono cercatori di tesori, neppure appassionati di naufragi misteriosi a dir poco inspiegabili – e se ci fermassimo a contare quest’ultimi, finiremmo tra qualche mese. Nulla di tutto ciò, eppure è la coppia di registi documentaristi ad essersi imbattuta, nello scorso ottobre 2023, in un piroscafo affondato esattamente 128 anni fa.
E pensare che cercavano una specie di cozze invasive presenti (purtroppo, per via degli enormi danni ecologici e strutturali che stanno causando) nei Grandi Laghi, enorme area lacustre nordamericana che segna il punto di confine tra i cugini statunitensi e canadesi. Il luogo esatto della scoperta è il fondale del lago Huron (Ontario, Canada). La storia, per come l’hanno resa pubblica i diretti interessati, è abbastanza chiara. La dinamica è più o meno questa: il gruppo per le riprese acquatiche capeggiato dai due registi, recandosi nel bel mezzo dello specchio d’acqua, ha ricevuto una soffiata anonima su un “cumulo” non identificato.
La curiosità, mista ai mezzi tecnologici di cui disponevano, ha fatto il resto. Immerso il veicolo robotico montante una videocamera per le riprese, il team ha constatato la presenza del piroscafo. Questo si trova ad 85 metri sotto la superficie dell’acqua. Tornati a riva, sulla costa occidentale della penisola di Saugeen, Drebert e Melnick hanno contattato chi di dovere. Forti di una rispettabile consulenza storica (Patrick Folkes) e archeologica (Scarlett Janusas) sono tutti ritornati sul luogo del ritrovamento.
Quindi si è scoperto il trascorso del relitto. Si tratta infatti del piroscafo “Africa“, conferma che deriva da due elementi. Il primo di questi ha a che fare con le dimensioni che, se confrontate con i documenti cantieristici, combaciano alla perfezione – 45 m in lunghezza, quasi 8 m in larghezza, alto 4 m. Il secondo fattore di confronto riguarda la presenza di carbone nelle immediate vicinanze. Nel suo ultimo e sfortunato viaggio, la nave a vapore Africa trasportava un carico di carbone destinato al porto di stoccaggio di Owen Sound (Ontario).
La spedizione partì dall’Ohio (USA) in data 5 ottobre 1895. Due giorni dopo una bufera di neve colpì l’imbarcazione. Questa in realtà trainava una goletta, carica anch’essa di torba. Il capitano dell’Africa staccò il legno a vela, ritenuto ostacolante per le manovre. L’equipaggio della goletta, pur andando contro degli scogli, si salvò. Del piroscafo invece si persero le tracce nella notte. Gli 11 membri dell’equipaggio furono dati per dispersi e, dopo giorni di ricerca, venne comunicato il decesso.
Adesso il dipartimento archeologico dell’Ontario ha assunto la supervisione del relitto. Quasi dimenticavamo; i due registi in realtà hanno preso due piccioni con una fava. Gran parte del battello è coperto dalle cozze invasive che cercavano, molluschi che stanno erodendo la superficie lignea della nave. Insomma, un finale che accontenta un po’ tutti…