Carlo I è uno dei sovrani più intriganti e discussi della storia britannica. Tuttavia, l’immagine del re stesso è in gran parte plasmata dal lavoro di un brillante artista fiammingo, Anthony van Dyck. Dobbiamo, infatti, proprio a questo straordinario artista uno dei ritratti più intimi del re, che ci offre una finestra sulla personalità di un uomo tormentato e misterioso. Van Dyck ebbe una carriera di grande successo come ritrattista e pittore di quadri religiosi e mitologici, soprattutto ad Anversa e in Italia. Lavorò per il sovrano e la sua corte dal 1632 fino alla sua morte nel 1641 (un anno prima che scoppiasse la guerra civile inglese).
Furono le eleganti rappresentazioni di Van Dyck di Carlo I ad influenzare tutta la ritrattistica britannica per gli anni a seguire. Consegnando ai posteri un’immagine del re che è viva ancora oggi. La capacità di Van Dyck di ritrarre la figura umana con grande autorevolezza e dignità, coniugato con la capacità di fondere l’iconografia con il naturalismo colpì molto Carlo I. Il pittore ritrasse più volte il re in una varietà di eleganti rappresentazioni: a volte in abiti di ermellino e con l’intera regalia, a volte a mezzo busto accanto alla sua regina, Henrietta Maria, e a volte a cavallo in armatura completa.
Ma, il più famoso è senz’altro il Carlo I in tre posizioni. Fu probabilmente iniziato nella seconda metà del 1635, creato per lo scultore italiano Gian Lorenzo Bernini, incaricato di realizzare un busto in marmo del re. Bernini richiedeva una visione dettagliata della testa del re di profilo, del viso e di tre quarti. Le tre posizioni dimostrano anche l’insolita moda dell’epoca di portare i capelli più lunghi a sinistra e più corti a destra. Il busto che il Bernini aveva realizzato per il re tramite questo ritratto non è giunto fino a noi. Infatti, il palazzo in cui si trovava esposto andò a fuoco e il busto non sopravvisse alle fiamme.