Lungo la facciata che il Palazzo Reale di Napoli rivolge a Piazza del Plebiscito, emergono otto statue di sovrani cruciali per la storia della città. La terza da sinistra è quella dedicata a Carlo I d’Angiò, Re di Sicilia dal 1266 al 1282 e poi Re di Napoli dal 1282 al 1285. Carlo nacque nel 1226, figlio cadetto del re di Francia Luigi VIII e di sua moglie Bianca di Castiglia. Ricevette dal padre i feudi dell’Angiò e del Maine (Francia del nord) e, grazie al matrimonio con Beatrice, erede della contea di Provenza, ottenne anche quel territorio nella Francia meridionale.
Dopo lunghe trattative, nel 1263 Papa Urbano IV offrì a Carlo la conquista del Regno di Sicilia che, a dispetto del nome, oltre l’isola comprendeva tutta l’Italia meridionale fino all’Abruzzo. In quegli anni Re di Sicilia era Manfredi di Svevia, nemico giurato del papato. Costui stava aumentando il proprio potere nell’Italia settentrionale, nello Stato Pontificio e nella stessa Roma, probabilmente con il fine di unificare politicamente la penisola. Perciò, costituiva una minaccia diretta al potere temporale del Papa.
Nel 1265 valicò le Alpi con un esercito di 300.000 uomini e, dopo essere stato incoronato re di Sicilia a Roma dal Papa, il 26 febbraio 1266 si scontrò a Benevento con il suo rivale Manfredi. Carlo ottenne una decisiva vittoria, mentre Manfredi cadde combattendo. Due anni più tardi Carlo dovette affrontare l’ultimo degli Svevi, Corrado, detto Corradino per la giovane età. Costui dalla Germania era sceso in Italia per riprendersi il Regno che era stato dello zio Manfredi. Lo scontro avvenne a Tagliacozzo, dove Corradino fu sconfitto, preso prigioniero e successivamente fatto decapitare da Carlo.
Il governo di Carlo sull’Italia meridionale fu aspro e dispotico. Il malcontento si diffuse rapidamente, soprattutto fra i siciliani. Costoro, inoltre, non avevano digerito la scelta di Carlo di spostare la capitale da Palermo a Napoli, più vicina a Roma e al Papa. Perciò, nel 1282 scoppiò nell’Isola una rivolta, passata alla storia col nome di “Vespri Siciliani”. Con il sostegno di Pietro III d’Aragona, genero di Manfredi, i siciliani sconfissero i francesi. Carlo fu costretto a ritirarsi dall’isola, mantenendo il dominio sull’Italia meridionale peninsulare (l’area che poi sarebbe stato rinominata Regno di Napoli). Carlo morì il 7 gennaio 1285 a Napoli.