La famosa favorita di Enrico II di Francia, Diana di Poitiers per mantenere la sua delicata bellezza decise di bere dell’oro liquido. La contessa di Saint-Villier, molto più grande del suo sovrano, esercitò sempre su di lui un forte controllo. È inoltre ricordata per essere stata un’importante mecenate dell’architettura rinascimentale francese.
Nata nel 1500, studiò latino, greco, retorica, ed era nota per essere una formidabile atleta. A soli quindici anni si sposò con un uomo molto più grande di lei, Luigi di Brézé Gran Siniscalco di Normandia. Il matrimonio portò alla nascita di due figlie, Luisa e Francesca.
Dopo la morte del marito avvenuta nel 1531, adottò l’abitudine di vestirsi di bianco, il colore del lutto per le regine, e in seguito di nero. Ormai vedova divenne l’amante del principe Enrico nel 1534, o almeno così si stima in base alla corrispondenza dei due: lei aveva 34 anni e lui 15.
Enrico nel 1533 aveva sposato la giovane Caterina de’ Medici, una scelta da molti contesta nonostante la ricchezza e l’influenza della famiglia di lei. Diana nonostante il matrimonio di Enrico rimase la sua amante per ben 25 anni e di conseguenza una delle donne più importanti di Francia.
Alla morte di Enrico, in seguito a delle ferite riportate durante una giostra, Caterina prese in mano la situazione e vietò a Diana di partecipare ai funerali, ma non si vendicò ulteriormente. Si limitò a sostituire alcuni dei suoi possedimenti, che ella stessa desiderava per sé, con altri. Di lì a poco Diana morì: era il 1566.
Diana di Poitiers venne seppellita nel suo castello di Langon, durante la rivoluzione francese, il suo corpo venne trafugato. Il nuovo luogo di riposo divenne una fosse comune. Pochi anni fa però, si è tenuta una nuova sepoltura. In questa occasione, grazie ad alcune analisi condotte sui resti, si è scoperta un’alta concentrazione di oro presente nelle ossa e nei capelli. Come ella stessa scrisse in alcune lettere, era sua abitudine ingerire piccole quantità di aurum potabile, dell’oro liquido in pratica, nella convinzione che questo potesse preservare la sua bellezza.