Volendo giocare sul contrasto che due figure come quella dell’efferato bandito e quella dell’eroe popolare tendono a creare, abbiamo voluto marcare la differente veduta di alcuni coevi americani di Jesse James; eppure molti altri tale differenza non la notarono, o non vollero mai farlo. Forse fu questa volontaria “cecità” a rendere leggenda il nome del ragazzo nato a Kearney, in Missouri il 5 settembre 1847.
Sull’infanzia di Jesse Woodson James non sappiamo moltissimo. Le uniche notizie degne di nota riguardano più i genitori, con il padre che viene meno quando egli ha 3 anni e la madre che si risposa non solo una seconda volta, ma anche una terza. Al fine di una migliore comprensione del racconto è importantissimo, anzi, essenziale soffermarci sul contesto in cui trascorre la giovinezza del natio di Kearney. Nel 1861, quando Jesse ha solamente 14 anni, scoppia la Guerra di Secessione. L’America è spaccata in due, con unionisti e confederati che in un modo o nell’altro si fronteggiano sanguinosamente. Un terreno di battaglia molto vivace è il Missouri, in quanto Stato frontiera tra i due belligeranti.
Il fratello di Jesse, maggiore di qualche anno, si unisce ad una banda criminale affiliata ai sudisti. Per via di questa scelta, i rivali nordisti si recano nella fattoria della famiglia James e “minacciano” chiunque osi non rispondere ai loro comandi. L’episodio marcherà così tanto la giovane mente di Jesse da convincerlo a seguire le orme del fratello. Così partecipa a qualche “colpo”, causando anche la morte di numerosi civili (massacro di Centralia, 1864 – 120 morti). Nel frattempo la guerra termina, ma la sete di rivalsa nei confronti degli odiati unionisti è tanta e non può placarsi da un giorno all’altro. Ecco che Jesse James, il fratello Frank e a loro volta i fratelli Younger formano la James-Younger Gang: uno spauracchio per diligenze, banche e negozi di tutto il Missouri.
In questo preciso istante inizia a diffondersi il mito di Jesse James. Un mito dai connotati eroici, perché sempre più persone conoscono il passato del ragazzo. Di vittime i colpi della banda ne causano parecchie, ma sembra che – almeno agli occhi dell’opinione pubblica – la vera vittima dell’intera storia sia il giovane James; quest’ultimo viene scambiato per una sorta di Robin Hood dei tempi moderni (anche se non ha mai donato ai poveri ciò che rubava ai ricchi). Insomma, in uno Stato come quello del Missouri, in cui la guerra civile ha lasciato più di qualche strascico, Jesse James diventa il portavoce violento e rabbioso del malcontento del sud. Ovviamente il bandito-eroe cavalca l’onda della popolarità.
In tutto ciò, l’autorità di certo non dorme. Nel 1869 il governatore del Missouri mette una taglia sulla testa del fuorilegge. Nulla che possa fermare la banda James-Younger, la quale si rende protagonista del suo “capolavoro massimo” il 21 luglio 1873, rubando un bottino di 3.000 dollari (che allora valevano davvero molto) da un convoglio ferroviario. Quello è il proverbiale canto del cigno, perché le cose degenerano in poco tempo. Gli investigatori privati si mettono sulle tracce della gang, arrivando a torturare ancora una volta la famiglia di Jesse. La banda criminale, dopo un colpo fallito in una banca, finisce per sciogliersi. Jesse James scappa, ma non si arrende; nel giro di poco tempo crea una nuova squadra, insieme ai fratelli Charles e Bob Ford.
Gli anni di latitanza lo hanno cambiato nel profondo: ormai è guardingo e non si fida più di nessuno, tranne che dei fratelli Ford. Il suo più grande errore. Entrambi si fanno corrompere, ma non agiscono fino alla mattina del 3 aprile 1882. Mentre Jesse sistema un quadro appeso al muro della sua nuova casa di St. Joseph, i due fratelli puntano le pistole contro la sua schiena. Solo Bob spara, prendendolo sulla nuca e consegnandosi alla storia con il nome di “Bob il traditore”. Muore così l’eroe Jesse James, muore così un uomo la quale leggenda continuerà a vivere, ingigantendosi nel corso dei decenni, arrivando fino a noi.