Un accessorio del quale si sarà sentito parlare è proprio questo piccolo ed elegante gioiello decorato, noto come gli occhi dell’amante, diffusosi largamente durante il XVIII secolo. Queste miniature rimasero in uso anche per il XIX e il XX secolo, come simbolo di un amore segreto. Gioielli in vetro, che nascondevano un messaggio segreto o una promessa.
Le miniature finemente decorate potevano assumere qualsiasi forma: un pendente, un anello, ovale, rettangolare, a goccia. Un oggetto curioso. Inizialmente in età vittoriana, come per rimarcare il valore simbolico che questi oggetti avrebbero dovuto avere, il materiale utilizzato non era dei più costosi.
Successivamente il valore intrinseco dell’oggetto aumentò, non aveva più solo valore sentimentale. All’interno di questi oggetti veniva catturato l’occhio della persona amata, che si voleva tenere in qualche modo segreto. Le miniature permettevano di ritrarre entrambi gli occhi solo in una forma rettangolare, impiegata per lo più nella realizzazione degli anelli. Gli altri gioielli catturavano solo un’occhio della persona ritratta.
Potevano però essere indossati non solo come anelli, ma anche come pendenti, bracciali, spille senza temere che qualcuno riconoscesse la persona alla quale appartenevano quegli occhi. La discrezione era assicurata, il mistero celato per tutti tranne che per coloro i quali quell’oggetto voleva significare una promessa.
L’occhio ha una gande forza evocativa e suggestiva, implica la volontà di guardare l’amato, attraverso quella miniatura preziosa lo si teneva sempre vicino a sé, una forma di vicinanza estremamente intima. Uno sguardo poteva trasmettere lussuria, devozione, sorveglianza e molto altro. Che fosse quello un amore segreto, un amore perduto o persino un dono di un familiare volto a dare conforto.
Queste piccole opere d’arte della gioielleria realizzate per lo più con acquarelli su avorio, rappresentavano il simbolo di un’amore interminabile o un’amicizia sincera. Rimasero in voga per secoli. Uomini e donne facevano commissionare e recapitare gli occhi dell’amante, nella speranza che se anche lontani quel piccolo oggetto potesse farli sentire vicini.