A inizio novembre a Paestum c’è stata la XXV Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico e anche la Calabria ha risposto presente. A rappresentare la punta dello stivale c’erano i risultati del progetto ISAP inerenti l’identificazione di aree archeologiche in Aspromonte ed i suoi risultati.
Procediamo con ordine e vediamo cos’è l’Aspromonte. Si tratta di un massiccio roccioso situato nel sud della Calabria, all’interno dell’Appennino Calabro. Confina a oriente con il Mar Jonio e ad occidente con il Tirreno, tagliando in due la regione. Famoso anche per la vicenda garibaldina e per la celebre canzoncina annessa, fu luogo di uno scontro areo tra l’aviazione regia e quella Alleata anche durante la Seconda Guerra Mondiale, a pochi giorni dall’armistizio.
Oltre ad essere un rilievo roccioso, l’Aspromonte è anche un luogo fortemente boschivo, con una flora fittissima in alcune parti. Nomen omen dunque, e connesse difficoltà nelle ricerche archeologiche. Delle ricerche a riguardo furono quelle dell’Università del Kentucky e di Cambridge. L’Università La Sapienza di Roma si occupò anni fa di studi sulle pitture rupestri di Samo.
La ricerca che oggi ci riguarda è articolata invece in due fasi: la prima ha previsto lavori di archivio e di individuazione dei siti nelle fonti, mentre la seconda riguarda la ricerca sul campo. Quest’ultima, condotta tra giugno e settembre 2023, ha portato a grandi ritrovamenti nell’area di Bova superiore.
Oltre alle due strutture, nel cantiere archeologico appena menzionato, c’erano delle splendide ceramiche del periodo compreso tra VI e V secolo a.C., anche se i dati devono ancora ricevere la definitiva conferma. Dello stesso periodo è il sito di Monte Fistocchio, che prima era erroneamente ritenuta una fortezza bizantina.
Quest’ultimo sito archeologico vanta inoltre un importantissimo primato: si tratta della struttura di epoca greca posta più in alto fra quelle ritrovate, essendo collocata a ben 1.600 metri s.l.m. Due splendidi rinvenimenti che avvalorano ancora di più le bellezze calabre. Al fianco del mare e della montagna, si aggiungono meritatamente i reperti archeologici.