Instabile. Questo è l’aggettivo che più si addice al contesto economico, politico e sociale che dal secondo dopoguerra ha caratterizzato il Sudamerica. Con questo articolo vogliamo dar vita ad una serie dedicata esclusivamente ai personaggi garanti della suddetta instabilità in quell’angolo di mondo. Per iniziare, abbiamo puntato l’indice sulla cartina, scegliendo l’Argentina. Il protagonista di questa vicenda è il generale Jorge Rafael Videla; i suoi svariati crimini contro l’umanità sono una pagina oscura della storia nazionale argentina nonché una pagina che non può e non deve essere ignorata.
Come sempre spendiamo un po’ di parole sul contesto in cui Videla giunge al potere. Dal 1946 fino all’anno di nostro interesse, ovvero il 1976, l’Argentina ebbe modo di sperimentare diversi governi (pochi dei quali democraticamente eletti) dall’essenza per così dire “movimentata”. Prima Juan Perón, anch’egli generale militare salito al potere a seguito delle presidenziali del ’46. La sua tanto ricercata “terza via”, né capitalista, né socialista, premurosa nei confronti delle rivendicazioni operaie e allo stesso tempo ostile all’oligarchia industriale e militare vigente nel paese, ma comunque fedele ad un vivace patriottismo, si tradusse nel peronismo. Il suo governo si protrasse fino al 1955, quando un golpe della Marina Militare lo costrinse all’esilio.
Si alternarono fino ai primi anni ’70 esecutivi militari e non. L’economia crebbe, il tasso di povertà declinò, ma la tensione politica si fece esasperante. Quindi con il ripristino delle elezioni politiche nel 1973 i peronisti vinsero e il loro paladino tornò al potere; Perón II durò poco, perché la morte lo colse ad un anno dall’elezione. Il testimone, e quindi la matrice della sua politica, passò alla terza moglie Isabel che fino alla primavera del 1976 governò non senza qualche problema. A segnare quegli anni fu la contrapposizione di forze politiche radicali per idee e rivendicazioni. I due estremi, ovvero la destra dell’Alianza Anticomunista Argentina e la sinistra dell’ERP, provocarono morti, guerriglia urbana e in definitiva caos.
Lo stesso movimento peronista si dissolse man mano, lasciando un vuoto politico presto colmato, sì ma con la forza. Il 24 marzo 1976 avvenne il golpe del generale Jorge Rafael Videla. La giunta militare si incaricò solennemente di rivedere il sistema costituzionale, portando avanti un processo che ella definì di “Riorganizzazione Nazionale”. Videla, insieme ai vertici militari suoi complici, desiderava porre la parola fine a quelle contestazioni di carattere sociale che coinvolsero l’Argentina (come quasi tutti gli altri paesi del mondo) tra la fine degli anni ’60 e l’inizio dei ’70. Un desiderio che trovò soddisfazione nella repressione violenta. Ma finora abbiamo omesso un dettaglio, o meglio, un attore ingombrante, il più ingombrante che ci possa essere: gli USA.
Sì, perché a sporcarsi le mani con tutti quei crimini indicibili fu la giunta militare di Videla (e poi di altri in sua vece) fino al 1983, ma ad architettare parte dell’opera furono gli States, così come erano soliti fare in quello che consideravano il “cortile”: il Sudamerica. In Argentina, così come in altri paesi, aveva preso piede una pericolosa tendenza di stampo socialista. Troppo pericoloso, meglio intervenire finanziando, organizzando e contribuendo all’instaurazione di un regime totalitario coercitivo oltremodo. Questa fu l’Operazione Condor, pianificata dalla CIA. Messo nero su bianco un coinvolgimento che troppo spesso si dimentica, ritorniamo a Videla e nella fattispecie alla sua “Guerra Sporca“.
30.000 tra oppositori politici, dissidenti, sospettati e parenti di potenziali sovversivi scomparvero. Il termine – l’avrete già capito – non è casuale. Il fenomeno dei Desaparecidos fu qualcosa di difficile spiegazione. Se osavi criticare il governo, potevi finire in un centro di detenzione clandestino, andare in contro alla tortura nel migliore dei casi, altrimenti l’uccisione e l’occultamento del corpo erano la prassi (i Voli della Morte…). I militari poi strappavano con la forza i figli di questi fantasmi, plasmando le loro vite in “altro”, generando una serie infinita di famiglie – in cui erano rimaste solo le donne, le madri – in una condizione di disagio totale, che non mancarono di esternare in sacrosante proteste. Per non parlare delle tensioni col Cile, che quasi sfociarono nel conflitto armato. Il regime di Videla fu qualcosa di terribile. Esso si concluse nell’83 ma di quella pagina di storia ci sarebbe ancora tanto da scoprire.