Enrico VIII è uno dei più celebri monarchi inglesi. Compì il clamoroso strappo con la Chiesa cattolica attraverso l’Atto di Supremazia, che istituì la Chiesa Anglicana. Ma soprattutto è noto per essersi sposato ben sei volte, in cerca dei tanto agognati eredi meschi. La sua quarta moglie fu la tedesca Anna di Cleve, figlia del duca di Julich-Kleve-Berg Giovanni III.
Nel 1537 morì Jane Saymour, terza moglie di Enrico VIII e l’unica ad aver partorito un erede maschio, il futuro Edoardo VI. Il re inglese, in cerca di una nuova sposa, trovò nella ventiduenne Anna la persona più adatta. Infatti, oltre alla giovane età, giocava a favore di Anna il fatto che fosse la figlia di un’importante nobile del Sacro Romano Impero e, soprattutto, di religione protestante. Per tale ragioni erano in rotta con l’imperatore Carlo V, cattolico. Anche Enrico aveva rotto con il Cattolicesimo, tra l’altro ripudiando proprio la zia materna di Carlo V, Caterina d’Aragona, un gesto di grave offesa diplomatica.
Come spesso avveniva all’epoca, il contratto matrimoniale venne stipulato ancora prima che i due futuri sposi si vedessero di persona, ma i due coniugi conobbero il partner attraverso i ritratti. Ad Enrico VIII pervenne un quadro di Anna eseguito da Hans Holbein il Giovane. Non appena vide il dipinto, il re inglese rimase folgorato dalla sua bellezza, tanto da non resistere all’attesa del suo arrivo. Decise infatti di travestirsi e andarle incontro lungo il percorso che la stava conducendo a Londra, per incontrarla sotto mentite spoglie.
Quando però il re vide la sua sposa, rimase alquanto deluso. La deliziosa fanciulla del ritratto di Holbein si rivelò invece alta, sgraziata e con il volto rovinato dal vaiolo. Inoltre, Anna non riconobbe il marito e questo Enrico, assai vanitoso, lo interpretò come un atto di affronto. Inoltre la principessa teutonica sapeva parlare solo un dialetto della Germania occidentale e non conosceva né l’inglese, né il latino, né il francese. Anche alla fanciulla non piacque quell’uomo di ormai cinquant’anni, sciupato dall’età e in sovrappeso.
I consiglieri del re gli sconsigliarono di ripudiare immediatamente la moglie, per via delle conseguenze diplomatiche che avrebbe avuto. Perciò, il 6 gennaio 1540 i due convolarono a nozze. Il matrimonio, come era plausibile, durò solamente 6 mesi. Il consiglio del re, infatti, riuscì a trovare un cavillo burocratico concernente un precedente contratto di matrimonio con il duca di Lorena Francesco I, che avrebbe avuto reale efficacia.
Enrico VIII si risposò con Caterina Howard, una cortigiana di cui si era precedentemente invaghito. Ad Anna, fortunatamente, non fu riservato il triste destino che ebbe Anna Bolena. Il re infatti non solo le risparmiò la vita, ma le assicurò una pensione annua, un castello e il diritto di precedenza su tutte le dame d’Inghilterra, subito dopo le figlie del re e la moglie. Un premio quest’ultimo assai importante in un’epoca in cui i privilegi anche formali contavano moltissimo.