Storia Che Passione
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Anna Bolena, sfatiamo tre miti

Una delle figure storiche che tutti conoscono, non fosse altro che per averla vista in numerosi film e serie TV (ricordiamo, per esempio, The Tudors), è Anna Bolena. Ma quanto di quello che sappiamo su di lei è frutto di travisamenti cinematografici, miti e leggende metropolitane? E cosa c’è di vero in queste storie? Per questo motivo oggi andremo a sfatare tre comini miti e leggende metropolitane su Anne Boleyn.

La verità su Anna Bolena

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Crediti foto: @Dancingtudorqueen, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

Di Anna Bolena se ne sono dette (e lette) di cotte e di crude. Diverse voci sul suo conto furono messe in giro, ma in realtà molte di esse, per l’appunto, non erano veritiere. Andiamo dunque a scoprire cosa c’è al di là di queste voci.

Anna Bolena non era una strega

Una delle voci più note su Anna Bolena è che fosse una strega. La prova? Si diceva avesse sei dita sulla mano destra. Il fatto è che questa storia saltò fuori dopo la morte di Anna. Il punto di partenza di questa diceria fu, probabilmente, il libro Rise and Gowth of the Anglican Schism, scritto dal prete cattolico Nicholas Sander. Costui, proprio nell’anno in cui Elisabetta I, unica figlia sopravvissuta di Anna ed Enrico VIII divenne regina, decise di scrivere questo libro nel quale sosteneva non solo che Anna avesse un “dente sporgente sotto il labbro superiore”, ma anche sei dita sulla mano destra.

Appare chiaro come Sander, cattolico, avesse fatto di tutto per screditare Elisabetta I, protestante. Così aveva scritto queste falsità sulla madre, Anna. Sander, come molti cattolici, pensava che se Anna non fosse entrata in scena, ecco che non avrebbe mai dovuto affrontare la “Grande Questione del Re”, mantenendo l’Inghilterra un paese cattolico. Per questo Sander iniziò a infangare la reputazione di Anna, in modo anche da minare la legittimità di Elisabetta I al trono.

Le sue bugie divennero poi credenza comune, trasformandosi poi in realtà centinaia di anni dopo la pubblicazione del suo libro. Ma appare evidente che fossero tutte bugie. All’epoca, qualsiasi sospetto di stregoneria, ti faceva finire direttamente sul rogo. Se Anna avesse avuto davvero sei dita, mai sarebbe diventata la dama di compagnia di Caterina d’Aragona, figuriamoci riuscire a sposare il re d’Inghilterra.

Idem dicasi il dente sporgente. Ma davvero pensate che Enrico VIII sarebbe diventato il marito di una donna con una “deformità” del genere? Considerando quello che pensava della povera Anna di Cleves, Enrico VIII non era tipo da stare con una donna con sei dita o con strani denti.

Considerate anche che Sander non aveva neanche mai visto Anna Bolena così da vicino, visto che non la conobbe neanche: aveva sei anni quando Anna morì.

Anne Boleyn non pretese mai di essere regina

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Crediti foto: Adolf Russ , Public domain, via Wikimedia Commons

Le storie raccontano che Anna Bolena fosse una sorta di rovinafamiglie, una donna che sedusse il re per avere un tornaconto politico, tanto da arrivare a rifiutarlo a meno che non divorziasse da Caterina, facendola diventare regina al suo posto.

Ebbene, la storia non andò proprio così. Non era tanto la storia di una donna che cercava il potere a tutti i costi, quanto quella di un uomo che non sapeva accettare un “No” come risposta. Sappiamo che Enrico spedì tantissime lettere ad Anna, cercando di convincerla a diventare la sua amante.

Anna si trovava in una situazione molto rischiosa: doveva rifiutarlo, ma senza indispettirlo. Lui era pur sempre il suo sovrano. Fu Enrico a stalkerare Anna per anni quando era ancora sposato con Caterina d’Aragona. Quindi fu lui, e non Anna, la causa della fine della relazione fra Enrico e Caterina.

Considerate anche che Anna non è stata la prima Bolena a catturare l’attenzione di Enrico VIII. Prima di Anna, infatti, Enrico si era invaghito di Mary, la sorella maggiore di Anna. Non si sa esattamente quando Mary divenne l’amante di Enrico o per quanto durò la relazione. Quello che è certo è che Enrico andò alle nozze di Mary con William Carey nel 1520.

Il che fece sospettare come Enrico fosse il padre dei due figli di Mary, anche se il monarca non li riconobbe mai come suoi. Curiosamene, invece, il re riconobbe ufficialmente il figlio Henry, avuto da un’altra ex amane, Elizabeth Blount, ribattezzato poi Henry FitzRoy.

Il fatto che sua sorella fosse stata l’amante di Enrico, avrebbe reso Anna particolarmente cauta. Temeva di subire un destino simile, cioè di essere solo una fonte temporanea di intrattenimento per il re, salvo poi essere messa da pare.

Molto probabilmente Anna continuava a rifiutare il re in modo da ritardare il doversi impegnare ufficialmente. E ancora: Anna era conscia del suo status sociale, molo inferiore rispetto a quello di Caterina d’Aragona, una principessa di origine spagnolo. Se mai fosse andata da Enrico a dirgli “Divorzia dalla regina e sposa me”, ecco che non sarebbe mai stata presa sul serio.

Anna non era cattiva con la principessa Mary

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Crediti foto: Adolf Russ , Public domain, via Wikimedia Commons

Le storie raccontano anche che quando Anna Bolena divenne regina, si rivelò essere una perfida matrigna per Maria Tudor, la figlia di Enrico e Caterina. Appare ovvio che fra le due potessero esserci tensioni, ma ci sono prove che indicano come Anna cercò di avvicinarsi a Maria, in modo da riconciliarsi con lei.

La vita di Maria fu stravolta dall’arrivo di Anna. Cattolica come la madre, credeva di essere stata scelta da Dio per seguire le orme dei genitori, due sovrani. Ma con l’arrivo di Anna, Maria fu dichiarata illegittima, perdendo i diritti di successione. Inoltre le fu impedito di vedere la madre.

La situazione peggiorò con la nascita di Elisabetta, anche perché fu obbligata a riconoscere la sorellastra come principessa e a servirla. Lo stress subito fece ammalare Maria. E le tensioni persistevano. Anna voleva che Maria la riconoscesse come regina. Maria acconsentì a vederla, ma non la riconobbe mai come regina.

Da questo punto di vista Anna fu dura con Maria, ma quest’ultima era testarda quanto il padre. Maria si rifiutò del tutto di andare d’accordo con Anna, nonostante i tentativi di riconciliazione di quest’ultima. Da qui nasceva la frustrazione di Anna nei confronti della figliastra.

E non dimentichiamoci che era Enrico a disporre della vita di Maria, era lui che si riferì alla figlia come al suo “più grande nemico”. Anna passò alla storia come la perfida matrigna di Maria, ma fu Enrico a decidere come Anna dovesse trattare la figlia.

Inoltre quello che sappiamo della via di Maria durane quegli anni è frutto della penna di Eustace Chapuys, ambasciatore spagnolo di re Carlo in Inghilterra. E ovviamente lui era alquanto di parte.

Sia Anna che Maria erano entrambe da biasimare per la loro pessima relazione, ma erano comunque entrambe vittime di Enrico e dei suoi modi tirannici. Considerate, poi, che anche dopo la more di Anna, voluta da Enrico, il suo rapporto con Maria non migliorò quasi mai. Il che dimostra che il vero problema fra Anna e Maria non era la Bolena, bensì Enrico.