Tra Venezia e Costantinopoli, la distanza culturale sembrava potersi accorciarsi grazie allo sviluppo delle tratte commerciali. Tra i mercanti che contribuirono a tracciare queste linee, si attribuisce un ruolo fondamentale alla famiglia Gritti. Andrea Gritti fu un mercante, una spia e un donnaiolo, protagonista di un storia a tratti rocambolesca, prima di diventare il doge di Venezia nel 1523.
Andrea Gritti, studiò all’università d Padova e sin da piccolo seguì il nonno in varie ambascerie per l’Europa, sviluppando un grande interesse per l’impero della Sublime porta. La famiglia Gritti era illustre e per via delle sue conoscenze poté partire alla volta di Costantinopoli dove fece amicizia con il primo visir Ahmed pascià.
Ahmed pascià Herzegzade era il genero del sultano Baiazid II, e fu duca di Santo Sava. Grazie all’amicizia con una figura tanto illustre, Andrea poté arricchirsi e far crescere la sua autorità tra i connazionali stanziatisi a Costantinopoli, prevalentemente per ragioni economiche, ma non solo. Anche se quest’ultima, sembrò scaturire da un’avventura vissuta da Gritti.
Andrea Gritti si innamorò infatti della moglie di un mercante genovese residente a Pera. Gritti venne accusato di aver fatto sì che il commerciante ligure finisse in carcere così da poter avere la moglie per sé. Per dimostrare la propria innocenza dinanzi tali accuse, Andrea si ritrovò a dover pagare un’ingente somma di denaro alle autorità ottomane, così da ottenere la scarcerazione del mercante. E così dovette anche rinunciare alla donna della quale si era invaghito.
La fama di donnaiolo era però ben meritata! Poco dopo infatti, si innamorò perdutamente di una donna greca dalla quale ebbe ben quattro figli. Del primo, Pietro, non si sa molto. Lorenzo il secondogenito diverrà un uomo d’affari, Giorgio si dedicherà alla politica e infine il quarto, Alvise, un banchiere. Forse a causa della morte dell’amata, torna a Venezia nel 1496, dove sposa Benedetta Vendramin, morta in seguito di parto. Colpito ance da questo lutto, Andrea tornò a Costantinopoli nonostante infuriasse la guerra veneto-ottomana, e proseguì le sue attività di commerciante.
Il commercio al tempo doveva risultare estremamente difficile, e Gritti sembrò essere coinvolto in una rischiosa missione: quelle dell’informatore per Giovanni Moro. Questo generale della Repubblica di Venezia voleva costringere Gritti a svelargli i segreti militari degli ottomani. Scoperto un messaggero proveniente da Cipro, Andrea Gritti venne catturato e messo in carcere. Rimase prigioniero per tutta la durata della guerra, in una torre, a guardare il mare e ad ascoltare il lamento delle donne. Ma l’avventura di Andrea Gritti non sarebbe finita qui.