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gladiatori romani

Anche i gladiatori romani avevano dei super fan, gli hooligan dei loro tempi

E se vi dicessimo che anche all’epoca dei gladiatori romani esistevano dei super fan di questi combattenti? Anzi: altro che super fan, erano dei veri e propri hooligan dell’epoca. In realtà nel film Il Gladiatore II, da poco uscito al cinema, il regista ha puntato il suo obiettivo su imperatori e gladiatori, trascurando un po’ l’aspetto della tifoseria.

Ma se andiamo a vedere altre serie TV come Spartacus, qui effettivamente ci si concentrava un po’ di più anche su questo aspetto dei combattimenti. Ma cosa sappiamo di questa tifoseria sfegatata?

Tifosi e fan dei gladiatori, gli hooligan al tempo degli antichi Romani

gladiatori romani

Per darvi un’idea di quanto la tifoseria dei gladiatori fosse esagitata, basti pensare a un celebre episodio descritto dallo storico romano Tacito. A quanto pare nel 27 d.C. ci fu un incidente in un’arena mal costruita a Fidene, subito fuori Roma. I tifosi si ammassavano così tanto negli anfiteatri per vedere i loro beniamini che l’arena in questione, essendo difettosa, crollò letteralmente sotto il peso degli spettatori, lasciandosi dietro 50mila feriti e morti.

Ma il fandom dei gladiatori andava ben oltre l’arena. In una taverna di Pompei gli archeologi hanno trovato decorazioni che mostravano l’esito sanguinoso di un combattimento fra gladiatori. Questo vuol dire che il pubblico parlava di tali combattimenti anche al di fuori dell’arena. Esattamente come facciamo noi oggi al bar con il calcio.

Ma non solo: immagini di gladiatori erano presenti sulle coppe da vino romane e l’imperatore Tiberio a Polientia ad un certo punto ebbe bisogno di soldati per sedare delle rivolte nate dalla frustrazione per l’assenza di gladiatori al funerale di un pezzo grosso locale.

E ancora: esattamente come succede purtroppo nel calcio odierno, il tifo si trasformò in un’arma quando nel 59 a.C. i pompeiani aggredirono con intenti omicida i loro vicini di Nuceria (Nocera). Risultato? Giochi vietati a Pompei ed esilio per l’istigatore.

I tifosi erano attirati dai gladiatori non solo per la loro abilità di combattimento. I loro nomi d’arte suggeriscono che anche il fisico, il bell’aspetto, un dettaglio dell’armatura o la pettinatura fossero fonte di interesse per i fan.

gladiatore statua
Crediti foto: @Gary Todd/ CC0 1.0

Inoltre fra i Romani era pratica comune che poeti e scrittori declamassero versi dove le donne romane perdevano la testa, metaforicamente parlando, per i loro combattenti preferiti.

Fan dei gladiatori li si trovava in tutti gli strati della società romana. Ma ovviamente sono le voci dei tifosi d’elite, di nobili, potenti e della famiglia imperiale quelle che sono maggiormente giunte a noi. Gli imperatori, infatti, sapevano bene che per mantenere lo status quo dovevano organizzare periodicamente giochi di gladiatori e di altro tipo.

Ma non tutti i grandi nomi romani erano concordi. Per esempio, Giulio Cesare li disprezzava, mentre Augusto era uno spettatore assai entusiasta. Tito preferiva i parmularius, i combattenti che usavano piccoli scudi, mentre il fratello Domiziano amava i murmillones, quelli armati in maniera più pesante.

Gladiatori immagine mosaico

Pure filosofi e scrittori famosi ne parlavano. Seneca, come Cicerone, trasformò i gladiatori in esempi filosofici, parlando della loro perseveranza nel combattimento nonostante i capricci della fortuna.

Alcuni riferimenti letterari suggeriscono che l’elite romana maschile conoscesse da vicino i gladiatori. Ma il popolo? Beh, alcuni graffiti sui muri di Pompei sembrano dei cataloghi di gladiatori, con nomi, abilità e scuole. I fan contavano i combattimenti, le vittorie e anche i rinvii. Gli spettacoli univano tutti. Ma allora come oggi, c’erano tifosi più moderati e altri decisamente più scatenati e violenti. Insomma, non è cambiato nulla.