Non sapete cosa regalare alla vostra amata? Prendete esempio da Nabucodonosor che regalò alla sua regina Amytis i Giardini Pensili di Babilonia. Che, a dire il vero, nessuno sa con certezza se siano esistiti o meno. O dove si trovassero esattamente. Ma quello che è certo è che Nabucodonosor II, il re babilonese spauracchio presente nella Bibbia, tenesse così tanto alla sua consorte da regalarle questi giardini diventati una delle sette Meraviglie del mondo antico.
Amytis, Nabucodonosor e i misteriosi Giardini Pensili di Babilonia

Amytis, nota anche come Amuhia, nacque in Media (in Persia) il 630 a.C. e morì nel 565 a.C. Amytis era la figlia (o forse nipote, non è ben chiaro) del re Ciassare di Media, uno degli alleati di Nabopolassar (il padre di Nabucodonosor II e precedente re dell’impero babilonese) nella lotta contro gli Assiri.
Il matrimonio fra Amytis e Nabucodonosor fu deciso prima della salita al trono di quest’ultimo, in modo da rinforzare ulteriormente l’alleanza fra Medi e babilonesi. Ciassarre vantava numerosi successi militari. A succedergli sul trono fu il fratello di Amytis, Astiage, ultimo sovrano dell’Impero dei Medi prima della conquista da parte di Ciro il Grande.
La leggenda vuole che fu proprio Nabucodonosor a progettare la creazione dei Giardini pensili, come dono per la moglie Amytis che, a quanto pare, soffriva di nostalgia per la Media. Il che indica che i due dovessero andare alquanto d’accordo.

Il problema, però, è che, ad oggi, non esistono prove che confermino tale storia. Questo perché la prima descrizione che si ha dei Giardini pensili è quella del 290 a.C. ad opera di Beroso, un sacerdote babilonese vissuto secoli dopo la morte di Nabucodonosor. E anche le parole di Beroso sono di seconda mano, visto che i suoi testi originali erano andati perduti. Quindi non è ben chiaro neanche se Beroso avesse visto con i suoi occhi i giardini o se ne abbia parlato perché conoscitore indiretto della storia.
Tutti i documenti sopravvissuti, poi, non forniscono dettagli specifici sui giardini. Non si sa come fossero organizzati, l’unica cosa nota è che erano una sorta di paradiso verde che declinava come una collina e che assomigliava un po’ a un teatro. E non si sa neanche dove sorgessero. Ci sono persino dubbi sul fatto che fossero effettivamente localizzati a Babilonia.
Per esempio, l’archeologo Robert Koldewey, il primo a condurre scavi in zona fra il 1890 e il 1917 ipotizzò che i giardini sorgessero lungo l’angolo nordorientale del Palazzo Meridionale. Qui, infatti, trovò un’enorme struttura con volte a botte, formata da 14 stanze e delimitata dal muro di recinzione. Sempre qui c’era un pozzo con fori, forse un elemento di un qualche sistema di approvvigionamento idrico. Ma tale teoria faceva acqua da tutte le parti, permettetemi il gioco di parole, in quanto l’Eufrate era troppo lontano. E anche perché l’accesso sarebbe avvenuto solamente tramite stanze private e uffici, poco pratico, dunque.
Secondo D.J. Wiseman, invece, i giardini sarebbero sorti sopra e a settentrione del grande muro a ovest del Palazzo Sud. Effettivamente qui l’Eufrate era decisamente più vicino.

D.W.W. Stevenson, invece, confutava tale teoria perché all’epoca della presunta costruzione dei giardini, l’Eufrate aveva inondato la zona. Per lui i giardini erano rappresentati da una sorta di edificio con terrazze indipendenti vicino al Palazzo Meridionale. Solo che di tale edificio non esiste alcuna traccia.
Per Stephani Dalley, invece, i giardini non si trovavano neanche a Babilonia, bensì nella vicina Ninive. Questo perché fonti assire parlano di importanti lavori idrici fatti a Ninive, con la presenza di giardini lungo le rive del Khosr. Quello che è certo è che, ovunque si trovassero, tali giardini furono distrutti da Ciro il Grande nel 539 a.C.