Storia Che Passione
amanirenas regina Kush

Amanirenas, la regina che tenne in scacco l’Impero Romano

Vi presentiamo Amanirenas, la regina del Regno Kush che riuscì a bloccare le mire espansionistiche dell’Impero romano. Come? Semplicemente dando battaglia alle legioni e guidando lei stessa le truppe sul campo. Certo, durante queste battaglie perse un occhio, ma costrinse i Romani a rinunciare alle mire sulla Nubia.

Amanirenas – Roma: 1 – 0

amanirenas regina Kush
Crediti foto: @Arie M den Toom, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

Detta così sembra il risultato di una partita di calcio, ma effettivamente si può dire che Amanirenas tenne brillantemente testa a Roma. Nota anche Amanirena, nacque circa nel 60-50 a.C. e morì circa nel 10 a.C. Fu regina del Regno di Kush (un regno della Nubia situato fra la parte meridionale dell’Egitto e la parte settentrionale del Sudan).

I Kush avevano un tipo di successione al trono matrilineare. In pratica non saliva al trono il figlio del re, ma il figlio della sorella del re, chiamata kandake. E le iscrizione meroitiche si riferiscono ad Amanirenas come kandake. Non solo: a lei spettava anche il titolo di qore, quello attribuito ai sovrani regnanti del Regno di Kush.

Intorno al 27 a.C., l’Impero Romano, di cui all’epoca faceva anche parte l’Egitto, decise di espandersi verso sud, verso l’odierno Sudan. Solo che qui si trovò di fronte il proverbiale sassolino nella scarpa. Il Regno di Kush, infatti, non aveva alcuna intenzione di lasciarsi conquistare dai Romani.

amanirenas regina
Crediti foto: @Chapman & Dunham (1952), Public domain, via Wikimedia Commons

Così, guidati dalla irriducibile regina Amanirenas, i Kush iniziarono a ingaggiare una serie di battaglie contro i Romani. La guerra in realtà andò avanti dal 27 a.C. al 22 a.C. Diverse le gesta narrate relative alle imprese della sovrana e delle sue truppe. Per esempio, nel 24 a.C., visto che Elio Gallo, il prefetto dell’Egitto, era tutto preso da una campagna in Arabia, ecco che i Kushiti decisero di attaccare la Bassa Nubia, sconfiggendo i romani sia ad Assuan che a File. Ma già l’anno prima i Kushiti si erano spinti all’interno dell’Egitto meridionale, conquistando una serie di forti romani.

Non paghi, i Kushiti, dopo essersi appropriati dei forti, tornarono in patria portandosi dietro, oro, tesori, diversi prigionieri e la testa di una statua dell’imperatore Augusto, in bronzo. Ameniranas, di ritorno a casa, dovette avere un forte attacco di interior design perché decise che quella testa dell’imperatore Augusto sarebbe stata benissimo seppellita sotto i gradini di un tempio dedicato alla vittoria kushita. In questo modo chiunque fosse entrato nel tempio, avrebbe dovuto calpestare la testa di Augusto. Il messaggio appare abbastanza chiaro, no?

amanirenas
Crediti foto: @Chris Walker, Creative Director, Lymari Media, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

Proprio durante una di queste battaglie, visto che spesso Ameniranas scendeva in campo accanto ai suoi uomini, la regina perse un occhio. Ed effettivamente lo storico greco Strabone, parlando della guerra meroitica, cita proprio una “feroce regina con un occhio solo”.

Insomma, per un po’ Amanirenas riuscì a tenere lontano l’Impero Romano. Ma quando Gaio Petronio divenne il nuovo prefetto dell’Egitto, ecco che le sorti di Kush cambiarono. I Romani, infatti, cacciarono i Kushiti dall’Egitto, arrivando a occupare le terre fino a Hierasykaminos, nella Nubia inferiore.