Aveva da poco compiuto 80 anni, ma nella giornata di ieri si è spento all’ospedale San Raffaele di Milano Toto Cutugno, all’anagrafe Salvatore Cutugno. L’aggravarsi del tumore di cui soffriva e contro cui lottava da tempo ci priva di uno dei pezzi della nostra storia musicale, famosissimo in patria e all’estero. Ma vediamo insieme la storia dell’italiano vero che con la sua musica entrava nel cuore di tutti.
Nato il 7 luglio 1943 a Fosdinovo, piccolo paesino in provincia di Massa-Carrara, si avvicinerà presto alla musica. Il padre, sottoufficiale della Marina, era un trombettista e sarà proprio lui ad innescare il naturale talento del figlio verso la musica. Toto sembrava esser nato per questo.
Negli anni ’60 suona col suo gruppo, Toto e i Rockers. La sua amata batteria gli darà lavoro anche in seguito con un’altra band, Toto e i Tati. In seguito fonderà ancora un altro gruppo, gli Albatros e partecipa per la prima volta a Sanremo, ottenendo un terzo posto con la canzone Volo AZ504.
Il successo però arriverà in solitaria, nel 1980. Questa volta, con Solo noi, partecipa e vince Sanremo. Tutte le varie collaborazioni e l’attività di autore per artisti italiani e stranieri lo portò a maturare e implementare ancora di più il suo naturale talento e la vittoria sancì definitivamente il suo ingresso nell’Olimpo dei grandi della musica.
Ma senza dubbio la sua più famosa canzone è un’altra, e cantarla ci accomuna un po’ tutti. L’Italiano arriva tre anni più tardi, nel 1983. Partecipa ancora una volta al Festival e questa volta, sebbene vincente alla votazione popolare, arriva solo quinto. Poco importa, nella mente, nel cuore e sulla bocca di tutti c’è solo una canzone, la sua.
Allora adesso ti lasciamo cantare, anche da lassù, convinti che Dio si sia ricordato che ci sei anche tu. Nel frattempo noi ci impegniamo a non avere gli occhi pieni di malinconia ma a ricordarti con la chitarra in mano e sorridente.