Almanacco del 9 luglio, anno 2006: all’Olympiastadion di Berlino si gioca la finale della diciottesima edizione della Coppa del Mondo. A fronteggiarsi sono Francia e Italia. Due formazioni eccezionali che pullulano di fuoriclasse straordinari. Una rivalità storica che non ammette errori. Battono i cuori dei calciatori in campo, dei tifosi sugli spalti e di due interi popoli che seguono la partita assiepati nelle piazze o dal divano di casa. Sono le 20.00 ora locale. L’arbitro Elizondo, argentino, fischia il calcio d’inizio. Si parte.
L’Italia scende in campo con un 4-4-1-1: Buffon fra i pali, in difesa Zambrotta, Cannavaro, Materazzi e Grosso, in mediana Pirlo e Gattuso, Camoranesi e Perrotta sulle fasce, Totti sulla trequarti a supporto dell’unica punta, Luca Toni. Il C.T. francese Domenech opta invece per un 4-4-2 con Barthez in porta, Adidal, Gallas, Thuram e Sagnol in difesa, Makélélé e Vieira in mediana, Malouda, Zidane e Ribéry sulla trequarti e Henry in attacco.
I Francesi partono subito aggressivi e dopo pochi minuti Malouda guadagna un calcio di rigore. Sul dischetto degli undici metri di presenta, ovviamente, il migliore della formazione transalpina: Zinedine Zidane. Per lui quell’incontro ha un significato ancora più profondo: è la sua ultima partita da professionista. Alzare la coppa del mondo al cielo grazie ad un suo gol è dunque il modo migliore per lasciare il calcio giocato. Buffon è ottimo a parare i rigori e Zidane lo sa, ma ciò non lo impensierisce. Anzi, con tutta la freddezza degna di un fuoriclasse del suo calibro, decide di fare il “cucchiaio” ad uno dei più forti portieri della storia del pallone, in una finale mondiale per di più. La palla colpisce la traversa ma rimbalza all’interno, superando la linea di porta. La Francia è in vantaggio.
E’ un colpo durissimo per la squadra italiana, che però non si perde d’animo. Al 19′ arriva il pareggio su calcio d’angolo. Pennellata di Pirlo in area di rigore, Materazzi salta più dei difensori francesi e incorna la palla in porta, facendosi perdonare l’erroraccio di dodici minuti prima. L’aver portato il risultato sul pari da’ la carica agli Azzurri, che attaccano per cercare il vantaggio. Ma la Francia si oppone molto bene e anzi contrattacca, incontrando la resistenza della difesa italiana. Il primo tempo si chiude, quindi, con il pareggio.
Nel secondo tempo i due allenatori si giocano la carta dei cambi per tentare di alterare gli equilibri a proprio favore. Al 56′ Domenech inserisce Diarra al posto di Vieira, mentre al 61′ Marcello Lippi fa entrare De Rossi e Iaquinta al posto di, rispettivamente, Perrotta e Totti. Un minuto dopo, l’Italia passa in vantaggio con un colpo di testa di Toni su assist di Grosso, ma purtroppo è fuorigioco e l’arbitro annulla tutto. Neanche l’ingresso di Del Piero all’86’ riesce a sbloccare il risultato. Al termine dei 90′ regolamentari si va ai tempi supplementari.
Il primo tempo supplementare si chiude con un grande spauracchio per la formazione italiana. Al 104′ minuto, infatti, un cross in area di rigore di Sagnol coglie di sorpresa la difesa azzurra, che lascia da solo Zidane. Questo colpisce di testa a colpo sicuro, ma una paratona di Buffon spedisce il pallone in corner.
Ma ecco che la ritorno in campo dei calciatori dopo l’intervallo succede l’incredibile. Il gioco viene interrotto perché c’è Materazzi a terra che copre lo stomaco in una smorfia di dolore. L’arbitro non ha visto nulla, ma per fortuna c’è il quarto uomo che fuga ogni dubbio: Zidane ha colpito con una testata in pieno petto il difensore italiano. Per Elizondo non c’è dubbio: è rosso. Si chiude in questo modo ignominioso una carriera stellare di un vero e proprio artista del pallone. Un addio che poteva profilarsi di festa con gol e vittoria mondiale si tramuta invece in un’uscita prematura dal campo per un fallo sciocco.
Gli Azzurri, tuttavia, non approfitta della superiorità numerica e così anche il secondo tempo supplementare si chiude in parità. Si va ai calci di rigore. Inizia l’Italia. Il primo a battere è Pirlo: gol. Gli risponde Wilford: rete. E’ il turno di Materazzi: gol anche per lui. Si presenta dunque sul dischetto David Trezeguet, subentrato al 100′ a Frank Ribéry. L’attaccante della Juventus spiazza il compagno di club Buffon, ma il suo tiro si staglia sulla traversa. “Non è gol!!” urlano i telecronisti italiani, mentre i francesi si mettono le mani nei capelli. Sperano in un errore dei rigoristi italiani, che però non arriva. L’ultimo calcio di rigore spetta a Fabio Grosso. La tensione è alle stelle. Breve rincorsa, tiro, rete! rete!. E’ tutto vero: per la quarta volta nella sua storia l’Italia è campione del mondo. Il cielo è azzurro sopra Berlino.