Almanacco del 9 aprile, anno 1667: a Parigi venne inaugurata la prima mostra d’arte aperta al pubblico. Prese il nome di “Salon” ed il suo successo fu tale da rendere l’evento solo il primo di tanti altri, in Francia e altrove. Sebbene abbia utilizzato qui sopra il termine “pubblico”, è necessario specificare cosa, in pieno Seicento, si indicasse con questa parola. Dietro l’organizzazione della prima mostra ci fu l’Academie Royale (Accademia Reale delle Arti), ovvero una corporazione di artisti ed individui ad essi strettamente legati (mecenati, spesso ricchi aristocratici).
Il dato non è da ignorare. La mostra del 1667 fu quindi un evento esclusivo, a cui poterono partecipare solo gli artisti membri dell’Accademia Reale, alcuni spettatori d’eccezione (paganti) e nessun’altro all’infuori di essi. Ecco cosa si intendeva nella seconda metà del XVII secolo per “pubblico“.
Le informazioni sull’esposizione artistica istituita ed inaugurata il 9 aprile 1667 non sono precise come ci si può aspettare. Alcuni dettagli sullo svolgimento dell’evento e sulla sua intelaiatura (in termini di composizione, scelta del tema, gerarchia delle opere, riconoscimenti, ecc.) provengono in realtà da resoconti di molto posteriori. Per fare un esempio, alcune fonti che si riferiscono agli eventi del ’67 sono del secolo successivo. Tuttavia si può trarre qualche spunto d’interesse.
Sappiamo dire come già dalla prima edizione l’organizzazione mise in chiaro la cadenza biennale della mostra. L’esposizione infatti si ripropose ogni due anni fino al 1675, quando i finanziatori dell’evento, denunciandone l’esoso costo, imposero all’Accademia Reale una scaletta più “estemporanea” per così dire. Infatti la mostra successiva a quella del già citato 1675 fu quella del 1699. Altra caratteristica degna di nota fu il giorno scelto per la prima rassegna artistica: il 9 aprile, giorno di San Luigi, onomastico del re (la Chiesa ha modificato la data nel Settecento, optando per il necrologio di Luigi IX il Santo, ancora oggi festeggiato ogni 25 agosto).
L’allestimento delle prime mostre fu prerogativa del Palais-Royal – nel cortile dell’hôtel Richelieu. Dopo qualche edizione, si scelse un altro luogo: la Grande Galerie del Louvre (edizioni del 1699 e del 1704). Dal 1725 in poi invece lo scenario fu quello del Salon Carré, sempre internamente al Louvre. Il nome “Salon“, con cui ancora oggi si definisce l’omonima mostra, deriva proprio dallo spazio scelto in quel 9 aprile del 1725.
Durante gli anni della Rivoluzione il regolamento della mostra cambiò radicalmente. Il Salon diventava accessibile al grande pubblico (prevalentemente borghese) e diveniva uno spazio di contemplazione artistica a tutto tondo. Le opere scelte per l’esposizione seguivano una sorta di scala gerarchica, in cui le prime a comparire dovevano rispettare rigorosamente determinati canoni: originalità della tematica, tratto distintivo dell’artista, complessità dell’opera e simbolismo annesso. Onorare suddetti parametri significava strappare il pass per un posto “in prima fila” tra le sale dell’esposizione. Tradotto: le prime opere in ordine espositivo acquisivano un valore (di mercato) maggiore rispetto alle altre.