Almanacco dell’8 ottobre, anno 1600: la Serenissima Repubblica di San Marino promulga le Leges Statutae Sancti Marini. Lo statuto è la prima Costituzione scritta del piccolo Stato, nonché attuale base della legge sammarinese. Fatta eccezione per la Magna Carta Libertatum (la quale non può tuttavia definirsi “carta costituzionale” a pieno titolo), quella di San Marino è la più antica costituzione al mondo attualmente rispettata da uno stato sovrano.
Quello che oggi riconosciamo come l’attuale sistema legale della Repubblica di San Marino affonda le sue radici storiche in una data esatta: l’8 ottobre 1600. L’allora governo sammarinese diede una sorta di valore vincolante ad una serie di Statuti redatti per l’occasione dal giureconsulto Camillo Bonelli (1550-1633). Egli, sammarinese di nascita, partecipò vivamente alla vita politica, amministrativa e giuridica della sua repubblica. Non solo scrisse le succitate Leges Statutae Sancti Marini, ma della sua opera si conserva ancora oggi un importante progetto su un codice civile non entrato poi in vigore.
Per lo statuto promulgato all’alba del XVII secolo, Bonelli si ispirò fortemente a due illustri modelli: uno, più generale, era il diritto consuetudinario romano. L’altro, andando più nello specifico, era il Corpus Iuris Civilis giustinianeo, redatto a sua volta durante la prima metà del VI secolo.
Il nome ufficiale dell’ultimo dei sette statuti comunali (il primo dei quale è attestato al XII secolo) è Statuta Decreta ac Ordinamenta Illustris Reipublicae ac Perpetuae Libertatis Terrae Sancti Marini. La versione originale è in latino ed è suddivisa in sei libri. Ognuno dei quali soddisfa delle esigenze di carattere costituzionale, giuridico, politico-amministrativo, nonché sanitario e civile.
Sebbene i sei libri siano in egual modo importanti, quello che più di tutti influisce sull’ossatura repubblicana è il primo. Questo infatti si articola in 62 rubriche e va a definire le competenze dei molteplici organismi istituzionali della Serenissima Repubblica di San Marino. Dunque si nominano nel primo libro delle Leges Statutae figure quali l’Arengo, il Consiglio Grande e Generale, i Capitani Reggenti (che all’epoca ancora prendevano il nome di “capitano” e “difensore”) e il Consiglio dei XII.
Per concludere è bene specificare una questione. Camillo Bonelli non inventò nulla da zero. Gli statuti dell’8 ottobre 1600 erano di fatto un aggiornamento di quanto prodotto in materia fino ad allora. Si pensi che la fonte menzionante il primo degli statuti comunali riporta come data il 2 aprile 1253. Mentre il più antico di questi documenti ancora conservato risale ad un periodo compreso tra l’ultimo Duecento e il primo Trecento. Ragion per cui, seppure lo sforzo del Bonelli sia di per sé eccezionale, l’esperto giurista non fece altro che perfezionare un sistema nato e sviluppatosi nei secoli precedenti. Tutto ciò rende San Marino un unicum nel panorama mondiale. Scontato esserne fieri.