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Accadde oggi: 8 marzo

Accadde oggi: 8 marzo

Almanacco dell’8 marzo, anno 1963: con un colpo di stato, la branca siriana del Partito Ba’th rovescia il regime repubblicano e prende il potere in Siria. L’evento segnò l’inizio del dominio ba’thista nel paese; un regime che, con varie evoluzioni, è rimasto al potere fino all’8 dicembre 2024.

Accadde oggi: 8 marzo

Un cristiano ortodosso e un musulmano sunnita, rispettivamente Michel ‘Aflaq e Salah al-Bitar, fondarono nei primi anni ’40 il Partito del Risorgimento Arabo Socialista, meglio noto come Partito Ba’th. Il motto rispecchiava le parole d’ordine del movimento “unità araba, libertà e socialismo”. Secondo i due fondatori, questa grande nazione araba avrebbe dovuto in primis liberarsi delle catene dell’oppressione coloniale e imperialista occidentale. Se ciò fosse avvenuto, il popolo arabo sarebbe dunque rinato (Ba’th, in arabo البعث, significa “risorgimento”). Da questa premessa sarebbe scaturita la dottrina panarabista. L’ideologia fu dominante nel Medio Oriente e altrove dagli anni ’50 e per il ventennio successivo.

8 marzo logo del partito Ba'th

In Siria il Ba’th attecchì soprattutto fra i giovani delle minoranze musulmane, tra cui vanno citati gli alawiti, drusi e ismailiti. Il perché è presto detto. Partiti di ispirazione laica e progressista, come il Ba’th, si contrapponevano a quelli dall’animo conservatore e marcatamente religioso, vedasi Fratellanza Musulmana, la formazione di riferimento per la borghesia sunnita al potere.

8 marzo golpe 1963 Siria

Eppure il movimento ba’thista non fu mai davvero coeso e innumerevoli furono le fratture al suo interno. Presto si delineò un’ala “civile” e una “militare”. La prima era intenzionata a prendere il potere democraticamente, attraverso libere elezioni. La seconda non disdegnava la presa del potere per vie traverse, o per meglio dire, con l’uso della forza. Potevano farlo per via della stabile e storica presenza degli alawiti fra gli alti ranghi dell’esercito siriano. Si trattava di una retaggio coloniale: durante il mandato francese (1923−1946) gli europei preferirono tenere a bada la maggioranza sunnita del paese favorendo l’ingresso nelle alte sfere dell’esercito da parte delle minoranze musulmane, principalmente alawiti.

Col fallimento della Repubblica Araba Unita – o RAU, l’unione fra Egitto e Siria avvenuta nel 1958, in cui Il Cairo si impose su Damasco – nel 1961, l’ala civile del Ba’th lasciò il passo al Comitato Militare, che nel concreto “rifondò” il partito, posizionandolo su idee più radicali e soprattutto sovversive (faceva gola il desiderio di dare vita ad una “Grande Siria”). In particolare il nuovo Ba’th si differenziò dalla sua precedente versione per l’attenzione nel reclutare attivisti fra le classi più umili della società siriana. Capirono come una rivoluzione non sarebbe stata possibile senza l’appoggio del basso ceto.

8 marzo esercito Ba'th a Damasco

Dalla dissoluzione del RAU in Siria si succedettero una miriade di governi fragili e poco incisivi. Nell’esercito regnava il caos e i golpisti del Ba’th ne approfittarono. Seguendo l’esempio della branca irachena, che esattamente un mese prima aveva rovesciato il regime del generale Abd al-Karim Qasim (8 febbraio 1963), il ramo siriano si attivò l’8 marzo 1963. Il golpe fu orchestrato dai principali volti del Comitato Militare. Preminenti furono le figure di Amin al-Hafiz (presidente siriano dal ’63 al ’66) e di Hafiz al-Assad, colui che diede vita al regime degli Assad, sopravvissuto e anzi reso ancor più autoritario dal figlio Bashar al-Assad.

In breve, gli ufficiali militari ba’thisti, con l’appoggio di altre fazioni politiche e dell’esercito, presero il controllo delle istituzioni governative a Damasco. Le forze golpiste occuparono il Ministero della Difesa, la radio nazionale e le principali postazioni militari strategiche del Paese. Il tutto senza incontrare chissà quale resistenza. Deposti il presidente Nazim al-Qudsi e il primo ministro Khalid al-Azm (quest’ultimo informato dei fatti), il nuovo governo attuò una serie di purghe nell’esercito e nell’amministrazione statale. Dopo di che si schiacciò l’opposizione politica e si instaurò un regime autoritario su impronta poliziesca.

8 marzo mappa Siria

In ambito economico il Partito Ba’th tenne fede alla sua collocazione ideologica. L’esecutivo golpista avviò riforme socialiste, tra cui la nazionalizzazione delle industrie e la riforma agraria. Il colpo di stato in Siria del 1963 gettò le basi per la conseguente presa del potere di Hafiz al-Assad nel 1970. Il resto della storia è cosa nota.