Almanacco dell’8 giugno, anno 218: presso Antiochia, in Siria, avviene lo scontro finale fra Macrino ed Eliogabalo. L’esito della battaglia è decisivo per la sorte dell’Impero Romano: chi ne uscirà vincitore diverrà il solo e legittimo imperatore. Ma chi sono i due contendenti? Perché vi erano due pretendenti al trono imperiale?
E’ il 217 d.C.: l’Augusto Marco Aurelio Severo Antonino, per gli amici Caracalla, sta conducendo una campagna militare contro l’acerrimo nemico di Roma, l’Impero dei Parti, esteso dalla Mesopotamia alla valle dell’Indo. Mentre sono ancora in corso le operazioni belliche, cade vittima di un complotto orchestrato dal suo prefetto del pretorio, Marco Opellio Macrino. Costui è, appunto, il capo dei pretoriani, una sorta di guardia personale dell’imperatore, e perciò ha un grande potere all’interno della gerarchia militare. Con molta probabilità, la matrice dell’assassinio è riconducibile alla sete di potere. Immediatamente dopo la morte di Caracalla, infatti, Macrino è elevato alla porpora imperiale.
Egli nomina cesare il figlio Diadumediano, cercando così di instaurare sin da subito una dinastia. Fra gli impegni del nuovo Augusto vi è quello di portare a termine la guerra con i Parti, che si conclude con un sostanziale status quo ante bellum. Il potere di Macrino è traballante sin dall’inizio. Non vanta connessioni parentali con famiglie che si sono precedentemente sedute sul trono di Roma e non ha il sostegno del senato. Egli infatti non è senatore e la massima assemblea romana avoca a sé il diritto di nomina degli imperatori fra i suoi membri. Inoltre, la sua politica di contenimento delle spese gli aliena l’iniziale approvazione dell’esercito.
Di questo malcontento ne approfitta Giulia Mesa, facoltosa donna di origine siriaca nonché zia materna di Caracalla, che organizza un complotto per portare sul trono il nipote Vario Avito Bassiano, di appena 15 anni. Diffonde la voce che sia figlio illegittimo di Caracalla e questo basta per convincere una legione di stanza in Siria a proclamare il nipote nuovo imperatore. Per ricalcare il collegamento famigliare con Caracalla, una volta nominato Augusto assume il nome di Marco Aurelio Antonino. Tuttavia, è meglio conosciuto con il soprannome di Eliogabalo, mutuazione in latino del nome della divinità siriaca El-Gabal, della quale è sacerdote per diritto ereditario.
Nel frattempo, diversi altri legionari, scontenti per le riduzioni di paga operate da Macrino defezionano in favore del suo rivale. Lo scontro decisivo avviene presso Antiochia. A comandare le truppe del giovane Eliogabalo è in realtà un certo Gannys, suo tutore. Grazie anche alla superiorità delle truppe a disposizione, a vincere è Eliogabalo. Macrino fugge, ma viene catturato e quindi ucciso. Stessa sorte tocca al figlio Diadumediano. Eliogabalo ora è il solo e legittimo imperatore di Roma.