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Accadde oggi: 6 febbraio

Accadde oggi: 6 febbraio

Almanacco del 6 febbraio, anno 1819: con la firma del Trattato di Singapore la Compagnia britannica delle Indie Orientali fonda l’avamposto commerciale di Singapore. L’evento rappresentò una svolta epocale per la regione: Singapore passò in breve dall’essere un villaggio di pescatori ad uno degli scali portuali più floridi dell’intero Sud-est asiatico.

Accadde oggi: 6 febbraio

Verso la fine del XVIII secolo le relazioni commerciali fra Inghilterra e Impero Qing conobbero una considerevole impennata. Ciò portò gli inglesi a costruire numerose basi per meglio sfruttare le rotte della navigazione. Nell’ultimo decennio del Settecento Londra – per tramite dell’onnipresente Compagnia britannica delle Indie Orientali – acquisì il porto di Penang, sulla costa ovest della penisola malese. Successivamente riuscì ad appropriarsi di altri piccoli avamposti, come la strategica Malacca, così da controllare l’omonimo stretto, seppur temporaneamente (la cessione olandese di Malacca traeva dalle guerre napoleoniche nel primo Ottocento) o le basi occidentali sull’isola di Sumatra.

6 febbraio mappa stretto di Malacca

Quando in Europa la situazione tornò stabile, l’Impero coloniale olandese rialzò la testa, riappropriandosi dei territori perduti nel Sud-est asiatico. Gli inglesi si videro costretti a cercare nuove opportunità, o per meglio dire, nuovi avamposti su cui poter lucrare. In questo esatto momento è opportuno introdurre la figura di Sir Thomas Stamford Raffles. Nominato luogotenente governatore della colonia britannica di Bencoolen (Sumatra) nel 1818, Stamford Raffles manifestò fin da subito la volontà di mettere in discussione il primato olandese nell’area. Aveva senso, dal momento che sotto il controllo olandese dello Stretto di Malacca le navi battenti bandiera inglese erano soggette a dazi a dir poco proibitivi. L’unica strada percorribile dunque mirava alla punta meridionale della penisola malese. Il perché è presto detto.

6 febbraio Sir Stamford Raffles

All’epoca nel sud della penisola malese vigeva la sovranità del Sultanato di Johor. Per questioni dinastiche (due pretendenti al trono, ugualmente legittimi, che si fronteggiano per la vittoria finale: terreno di caccia perfetto per le vecchie volpi europee) il sultanato stava vivendo in quel primo ventennio di XIX secolo una crisi profonda. Inglesi e olandesi ne approfittarono, scommettendo sui rispettivi campioni in gara. Sir Stamford Raffles, che per inciso fino a qualche anno prima serviva Amsterdam, fu lesto nell’assicurarsi tramite accordo il controllo di un villaggio sull’isola di Singapura (che in sanscrito significa “Città del Leone”). In quel villaggio vivevano non più di 150 persone, una trentina delle quali provenivano dalla Cina; i restanti erano malesi.

L’alto funzionario dell’EIC (East India Company) strappò l’accordo al governatore locale, non al vertice dell’autorità, allora rappresentato dal sovrano amico degli olandesi. Così Stamford Raffles puntò sull’altro pretendente, Tengku Hussein, fratello scontento del sultano di Johor. Promettendo a Tengku Hussein sostegno politico e militare, una rendita annuale fissa e vantaggi commerciali, l’EIC sottoscrisse con il nobile malese il Trattato di Singapore. Questo il 6 febbraio 1819. Con il suddetto si andò a consolidare il controllo britannico sul villaggio di Singapore. Ancora oggi il trattato è considerato l’atto fondativo della moderna città di Singapore.

6 febbraio 1819 Trattato di Singapore

Basti ricordare come nel 2019 la città-stato di Singapore ha organizzato le celebrazioni per il bicentenario della fondazione. I festeggiamenti sono durati dal 28 gennaio al 6 febbraio. Ovvero dal giorno in cui, duecento anni prima, Sir Stamford Raffles sbarcò nel villaggio malese alla foce del fiume Singapore, alla data del trattato.