Almanacco del 5 maggio, anno 1925: John Thomas Scopes, supplente di biologia presso la Rhea County High School di Dayton, Tennessee, viene arrestato per aver insegnato ai suoi alunni la teoria dell’evoluzione formulata da Charles Darwin, contravvenendo ad una specifica normativa statale, ovvero il Butler Act. L’evento godrà di rilevanza mediatica internazionale e il successivo processo passerà alla storia come Scopes Monkey Trial (ossia “processo della scimmia di Scopes“).
Il classe 1900 arrivava a Dayton per fare il coach di football americano. Tuttavia, vista la sua laurea – ottenuta nella Kentucky University un anno prima, nel 1924 – l’istituto scolastico decise di affidargli occasionalmente la supplenza in biologia. Ora, prima di affrontare le dinamiche giudiziarie e processuali, è bene fare un passo indietro e fornire un minimo di contesto, importante come non mai. In Tennessee dal 1922 vigeva il Butler Act (per tre anni come sezione annotata del codice istruttivo; dal 21 marzo 1925 come legge statale). Voluto fortemente dal deputato conservatore e negazionista John Washington Butler, il provvedimento proibiva l’insegnamento della teoria darwiniana sull’evoluzione. Esso inoltre avvalorava come unica tesi degna di rilevanza pedagogica ciò che era scritto sul libro della Genesi riguardo il Creazionismo.
Al quadro legislativo va aggiunto un riferimento di carattere politico, che riguarda in prima persona il nostro protagonista, John T. Scopes. L’American Civil Liberties Union (ACLU), fortemente contraria al Butler Act, annunciò fin dai primi anni ’20 di essere disposta a finanziare un caso di prova che contestasse la costituzionalità della legge. Detto in parole povere: l’organizzazione nata per la difesa dei diritti umani chiese a Scopes di “immolarsi” di fronte all’accusa così da creare un precedente sul quale poter far leva nei futuri processi. Una vittima sacrificale a tutti gli effetti. Scopes inizialmente si dimostrò titubante, salvo poi cambiare idea e prestarsi alla volontà dell’ACLU.
Forniti i dovuti dettagli per una miglior comprensione della vicenda, proseguiamo col processo. L’accusa era capeggiata nientemeno che da William Jennings Bryan, tre volte candidato alle presidenziali statunitensi (perse tutte e tre le volte, nel 1896, 1900, 1908) ed ex segretario di stato sotto la presidenza Wilson. La difesa non tenne il passo dell’accusa e il processo volse a favore di quest’ultima. Le giornate trascorse in tribunale furono sfiancanti, tanto da indebolire un già cagionevole Bryan, che di lì a poco verrà meno.
La seconda data simbolica del caso, ovviamente dopo quella del 5 maggio, fu il 21 luglio 1925, quando il giudice emise il verdetto: colpevole. Lo stato del Tennessee obbligò Scopes a pagare una multa di 100$ (col cambio del 2023 sarebbero 1.737$). Fortunatamente per il supplente di biologia intervenne la Corte Suprema che annullò la sentenza per un vizio di forma (era stato il giudice ad imporre la multa, non la giuria come previsto dall’ordinamento).
Sebbene John Thomas Scopes restasse innocente fino a prova contraria, il suo nome si macchiò indelebilmente, costringendolo ad una vita grigia, prima come politico senza successo, poi come dipendente d’ufficio ed infine come operaio. L’uomo morì il 21 ottobre 1970, spirando forse con il volto un po’ più disteso. Sì, perché tre anni prima della dipartita, nel 1967, lo stato del Tennessee abrogò quella legge oggettivamente assurda, eppure figlia del suo tempo. Accadde ben 42 anni dopo quel 5 maggio 1925, giorno in cui un uomo, un insegnante, andò incontro all’arresto per il bene della scienza.