Almanacco del 4 settembre, anno 1944: nel contesto della Seconda Guerra Mondiale, l’11ª Divisione corazzata britannica libera Anversa, il porto più grande d’Europa e snodo strategico di assoluto rilievo. Con l’ingresso delle truppe Alleate nella città belga, prese avvio la programmazione della successiva Campagna della Linea Sigfrido, una delle fasi più aspre e violente della guerra sul fronte occidentale.
Verso la fine di agosto del 1944, sembrava che gli Alleati avessero vinto la guerra e che i tedeschi sarebbero stati presto sconfitti. La chiusura del valico di Falaise il 22 agosto suggellò la vittoria alleata in Normandia. Anche se con qualche riserva, visto l’attraversamento del cordone contenitivo da parte di piccoli contingenti della Wehrmacht. Detto ciò, con il grosso dell’esercito del Reich in fuga verso est, si registrarono solo piccole operazioni di retroguardia, alle quali gli Alleati seppero tenere testa. In questa fase sorpresero e non poco i canadesi. La 1ª Armata canadese, guidata dal tenente generale (lieutenant-general) Guy Simonds si stava distinguendo per rapidità d’avanzata e concretezza nei successi riportati. Il “Cindarella Army” (“Esercito di Cenerentola“) – ironicamente chiamato così dagli inglesi – prospettava per sé un ruolo da protagonista nei giorni a seguire.
Ancora agli sgoccioli d’agosto, il neo Feldmaresciallo Bernard Montgomery, a capo di tutte le truppe anglo-canadesi sul fronte occidentale, ordinò la liberazione di Anversa. Questa avvenne il 4 settembre ma, smentendo le aspettative, ad opera degli inglesi. Ad essere precisi fu l’11ª Divisione corazzata britannica, sotto il Maggior generale G.P.B. Roberts, ad entrare per prima nella città fiamminga. Ciò non sarebbe accaduto così presto se non fosse stato per l’enorme aiuto fornito dalla Resistenza locale. A capo di quest’ultima vi era Norbert Laude, che all’indomani della liberazione di Anversa era finito prigioniero dei tedeschi, i quali lo torturarono fino all’ultimo per estorcere informazioni sensibili, tanto sui piani dei partigiani, quanto sui dettagli dell’avanzata alleata.
Laude non disse nulla e scampò all’esecuzione (programmata il 5 settembre) per il rotto della cuffia. Sebbene i carri armati inglesi occuparono la zona del porto il 4 settembre, la città non poté dirsi completamente liberata dagli occupanti tedeschi fino alla prima settimana d’ottobre. Unità della Wehrmacht resistettero, vendendo cara la pelle pur di mantenere posizioni tatticamente rilevanti. Tra queste si ricordino il bunker del comando, il Feldkommandantur a Meir, i quartieri Luchtbal e Merksem.
Dopo il 4 settembre i cittadini scatenarono la loro rabbia, accumulata in quattro lunghi anni di occupazione. Il risentimento sfociò in una sorta di caccia al collaborazionista, reale o presunto che fosse. Si registrarono molto cruenti tra la popolazione civile che la città ancora oggi commemora. Da sottolineare come furono i canadesi a sgomberare il settore settentrionale della grande città portuale.
Essa vantava il più grande cantiere navale dell’Europa occidentale e la struttura era ancora intatta quando gli alleati ne presero il controllo. La Brigata Bianca belga, guidata da Eugene Colson, combatté con gli inglesi e si assicurò che i tedeschi non distruggessero il porto come avevano fatto a Cherbourg, Le Havre e una dozzina di altri porti liberati. Anversa sarebbe stata essenziale per le future operazioni di rifornimento degli Alleati, ma si trovava alla fine di un estuario fluviale lungo 80 km. Questo serpeggiava attraverso il territorio controllato dai tedeschi. Il porto sarebbe stato inutile per gli uomini di Montgomery finché non fossero state liberate anche le rive del fiume. Un compito arduo, certamente, assegnato al Cindarella Army. La battaglia della Schelda stava per iniziare…