Almanacco del 31 marzo, anno 1146: Bernardo di Chiaravalle, forse il più influente predicatore cristiano della sua epoca, pronuncia un discorso infuocato nel piccolo centro cittadino di Vézelay, fomentando la Christianitas francese ed europea in vista di una nuova crociata in Terra Santa. Dalle sue labbra pendono numerosi signori, accorsi nella cittadella borgognona per l’occasione. Tra coloro in procinto di ricevere la croce del pellegrino spicca il re di Francia, Luigi VII, assieme alla sua influente moglie, la celebre Eleonora d’Aquitania. Il discorso tenuto a Vézelay ebbe un impatto straordinario. In un certo senso rappresentò l’inizio informale – poi reso ufficiale dal pontefice l’anno successivo – della Seconda crociata.

Prima di tutto chiediamoci: perché al volgere della prima metà del XII secolo l’Europa cristiana sentì la necessità di raccogliersi in armi e partire nuovamente per il Levante? La risposta non è univoca, ma può essere così riassunta: dei nuovi attori nel Vicino e Medio Oriente minacciavano con sempre maggiore insistenza gli Stati franchi fioriti in seguito alla Prima crociata (1096-1099). Forse quello che più fra tutti rischiava l’estinzione era la Contea di Edessa. Il rischio si concretizzò verso la fine del 1144. L’allora atabeg (governatore) di Mosul per conto dei Selgiuchidi, il turcomanno ʿImād al-Dīn Zengī, romanizzato in Zengi, conquistò la città di Edessa, capoluogo dello Stato crociato che di lì a poco si dissolverà. L’eco della notizia attraversò il Mediterraneo e per primo preoccupò il vescovo di Roma.
Eugenio III, salito al soglio pontificio nel febbraio del 1145 – vi rimarrà fino all’anno della sua morte, il 1153 – come uno dei suoi primi atti emanò la bolla Quantum praedecessores, nel dicembre di quello stesso anno. Con la suddetta il papa convocò una Seconda crociata contro gli infedeli in Terra Santa, in risposta alla caduta di Edessa, tra le più antiche città cristiane in Oriente.

Bisogna fare attenzione però. Nonostante la promessa di un’indulgenza plenaria e la remissione di ogni peccato in caso di morte per chi avesse impugnato la croce, la bolla non sortì l’effetto sperato. Non smosse abbastanza gli animi, per così dire. In particolare non smosse in un primo momento l’animo di Luigi VII di Francia, il più potente tra i sovrani del Vecchio Continente. La massima autorità cristiana del tempo decise dunque di affidare a Bernardo di Chiaravalle la predicazione del pellegrinaggio. Scelta gravida di conseguenze, diremmo col senno di poi.
Bernardo di Chiaravalle era il religioso più carismatico ed influente del suo tempo. Investito di un’autorità assimilabile a quella del sommo pontefice, il predicatore cistercense scelse data e luogo del suo sermone: 31 marzo 1146, Vézelay, Borgogna. Vista la massiccia affluenza, il consiglio si tenne in uno spazio aperto, su una collinetta antistante il borgo. Salito sul palco appositamente eretto, Bernardo si lasciò andare in un discorso dall’eccezionale carico motivazionale di stampo religioso. Esortò chiunque avesse fede in Cristo di farsi cucire la croce sulla veste e partire per la Terra Santa.

Al termine del sermone, la folla in estasi si accalcò per accettare il distintivo del pellegrino. Si dice che la richiesta fu tale da far finire le scorte di stoffa in un lampo. Le cronache sostengono che lo stesso abate cistercense si strappò le vesti di dosso per contribuire alla cucitura delle croci. Dell’episodio si conservano testimonianze dirette, anzi, direttissime. Un’epistola scritta da Bernardo di Chiaravalle in persona qualche giorno dopo il discorso di Vézelay e indirizzata a papa Eugenio III recitava: “Le città e i castelli sono ora vuoti. Non c’è più un uomo per sette donne, e ovunque ci sono vedove per mariti ancora in vita”.

Il successo del discorso fu clamoroso. Per la prima volta un re europeo si apprestava a partire per la Terra Santa. A Luigi VII si sarebbe affiancato di lì a poco Corrado III Hohenstaufen, Re dei Romani nonché zio dell’imperatore Federico Barbarossa. Per queste ragioni la Seconda crociata venne anche soprannominata “la crociata dei reali”. E poco importa ai fini della narrazione che la spedizione iniziata nel 1147 si concluse in un enorme fallimento nel 1150. Le parole spese da San Bernardo il 31 marzo del 1146 contribuirono a rafforzare il concetto di crociata come missione spirituale (e politica). Principi che rimarranno saldi a lungo.